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Gianfranco Fini "sta per tornare", indiscrezioni da incubo a destra: la mossa alla vigilia del Quirinale

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Che fine ha fatto Gianfranco Fini? Sparito dai radar dal 2017, a processo dal 2018 per riciclaggio nella ben nota vicenda della casa di Montecarlo comprata a pezzo di saldo dal cognato Giancarlo Tulliani. Ma ora "vuole tornare a occuparsi di politica, a far sentire la sua voce", spiega al Fatto quotidiano chi gli è vicino. L'ex leader di An e Fli vuole riapparire in tv, fare l'opinionista. E poi chissà. Il quasi 70enne, sussurra il quotidiano diretto da Marco Travaglio, "sta solo aspettando di archiviare questa vicenda giudiziaria per tornare a parlare di politica in pubblico". "Nessuna discesa in campo - assicurano fonti a lui vicine -, ma un padre nobile come lui servirebbe molto a questa destra".

 

 

 

 

 



L'ex delfino di Giorgio Almirante nell'Msi, il leader di Alleanza Nazionale, la "nuova destra" italiana, quindi delfino di Silvio Berlusconi per la guida del centrodestra, infine grande nemico del Cav negli anni delle delle inchieste e degli scandali sessuali, una rottura iniziata con il mitologico "che fai mi cacci?", passato per il tentativo di spallata parlamentare del 2010, fallito, quindi con la fuoriuscita dal Pdl, la fondazione di Futuro e Libertà, l'alleanza nefasta alle elezioni del 2013 con Mario Monti. Una fine politica triste e solitaria, con corollario della vicenda giudiziaria dell'appartamento della contessa Colleoni lasciato in eredità ad Alleanza nazionale e finito appunto al fratellino di Elisabetta Tulliani nel 2008 per appena 300mila euro, spiccioli trattandosi del Principato di Monaco. Anche perché lo stesso immobile, rivenduto nel 2015, fruttò la bellezza di 1,3 milioni di dollari. Una brutta storia che coinvolge anche un giro di società offshore, tutte legate ai Tulliani.

 

 

 

 

 


Fini, nel frattempo, aspetta in silenzio. Rinviato a giudizio tre anni fa, sta ancora aspettando la prima udienza di merito in quanto il processo finora è stato congelato, spiega il Fatto, da "rinvii tecnici, scioperi e astensioni di giudici e avvocati". L'ex presidente della Camera, con la prescrizione lontanissima, vuole accelerare. Il suo avvocato Michele Sarno ha chiesto lo stralcio della sua posizione e l'acquisizione degli atti del pm per arrivare alla discussione e quindi a una sentenza in tempi ristretti. "Fini è ansioso di farsi processare - conferma Sarno -. Questo è uno dei pochi casi in cui la difesa vuole accorciare i tempi, senza beneficiare dello sconto di pena per l'abbreviato".

 

 

 

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