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Enrico Letta, la spettacolare "Caporetto" del Pd in poche ore: fanno fuori il segretario?

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Non se la starebbe cavando benissimo Enrico Letta al timone della segreteria del Pd. Lo prova una sfilza di mosse sbagliate, che hanno finito per gettare i dem nello sconforto. "Vorrei che il Pd fosse più determinante nelle partite più rilevanti di fine legislatura - ha detto il senatore Andrea Marcucci al Giornale -. Non credo che questa sia la stagione adatta per stare sempre un po' ai margini del campo, a scrutare l'orizzonte. Letta deve uscire dall'angolo ed assumere con chiarezza una linea più persuasiva in Parlamento, ad esempio sulle alleanze, anche in vista del voto sul Colle".

 

 

 

E proprio la partita del Quirinale sembra tormentare il Pd di Letta, finora impuntato sulla rielezione di Sergio Mattarella, che però ha già detto di non voler sentire ragioni. A tener banco di recente è stato il ddl promosso dal senatore Luigi Zanda, che mette nero su bianco l'impossibilità di rielezione per un presidente della Repubblica. La proposta di legge però ha scatenato le ipotesi più varie, come quella di chiedere per l'ultima volta una rielezione, sempre nell'ottica del Mattarella bis. Ma l'impresa non è andata a buon fine, visto il rifiuto secco che sarebbe trapelato dal Quirinale. A tal proposito l'ex Dc  Pierluigi Castagnetti ha tuonato: "Non si modifica la Costituzione per risolvere un problema politico. Ineccepibile la reazione", riferendosi al presunto niet arrivato dal presidente.

 

 

 

Un'altra sconfitta Letta l'ha subita nell'ultimo consiglio dei ministri, quando è saltata l'idea di introdurre un contributo di solidarietà a carico dei redditi più alti per far fronte al rincaro delle bollette. A votare contro la proposta del Pd sono  stati i partiti di centrodestra insieme a Italia Viva. Un asse non così insolito, venuto fuori anche durante la votazione del ddl Zan in Parlamento. Effetto, probabilmente, della mancanza di dialogo con i renziani e dell'appiattimento dei dem sul M5s di Giuseppe Conte. Una mossa non proprio furba soprattutto nell'ottica di formare alleanze per l'elezione del capo dello Stato. In pole al momento ci sarebbero proprio i due che il Pd non vorrebbe: Mario Draghi e Silvio Berlusconi. Sembra, insomma, che Letta non ne stia azzeccando una.

 

 

 

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