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Roberto Speranza, il sistema di protezione si sgretola? Perché il ministro potrebbe cadere dopo il voto sul Quirinale

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C'è chi trema, dopo il discorso di Mario Draghi della vigilia, il discorso di Natale in cui de facto e per la prima volta il premier ha confermato le sue ambizioni quirinalizie. Ovvio, non può mica dire chiaro e tondo "mi candido al Quirinale", ma il succo delle sue parole è stato proprio questo. In primis il riferimento a "chiunque ci sarà" a Palazzo Chigi, quasi dando per scontato il suo trasloco. Dunque quando Draghi ha ricordato - e in effetti non è semplicissimo smentirlo - che difficilmente un governo potrebbe andare avanti se la eterogenea maggioranza si spaccasse sull'elezione del presidente della Repubblica. E il sottotesto di Draghi è: l'unico su cui non vi spaccherete sono io.

 

Chi trema, insomma? Forse qualche piccolo tremore ha colpito Silvio Berlusconi, l'altro nome in campo nella corsa al Colle. Ma il Cav ha spalle larghe, esperienza da vendere e consapevolezza. Chi trema davvero, ora, è Roberto Speranza, il ministro della Salute "highlander", sopravvissuto a scandali e gestione scadente dell'emergenza pandemica. E Speranza non trema soltanto perché Draghi, anche in questo caso tra le righe, ne ha criticato alcune recenti prese di posizioni ricordando, a differenza del ministro, che contro il Covid ora l'unica priorità è la campagna vaccinale con la terza dose. Già, Speranza ora trema anche perché teme di perdere il posto di ministro. 

Il punto è che l'infinita "resistenza" di Roberto Speranza sarebbe dovuta a un fattore, su tutti: Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica che per ragioni a tratti poco chiare nutre molta fiducia nel ministro della Salute, tanto da essersi speso - stando ai rumors - per una sua riconferma nel governo Draghi. E se con Draghi in campo il bis di Mattarella - più volte escluso dal diretto interessato - si fa ancor più lontano, è chiaro che quel tipo di "protezione" decadrebbe. E ancora, lo stesso Draghi comunque avrebbe difeso e fatto quadrato più volte attorno all'esponente di Leu: chiaro che se andasse al Colle, per quanto tutt'altro che ininfluente, avrebbe meno possibilità di fare quadrato attorno a Speranza (anche in considerazione dell'uscita di scena di Mattarella).

 

Insomma, il "sistema di protezione" di cui ha potuto godere a lungo Roberto Speranza sembra essere sul punto di sgretolarsi, di evaporare (esclusa un improbabile conferma dello status-quo: Draghi a Palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale). E insomma, il conto alla rovescia potrebbe essere ufficialmente iniziato: addio a Speranza ministro?

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