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Sondaggio Pagnoncelli, bomba centro: Berlusconi decisivo, ipotesi listone. Salvini e Pd spiazzati

 Nando Pagnoncelli

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Con la nascita del governo Draghi e "dopo un triennio di grandi cambiamenti nelle intenzioni di voto e nella popolarità dei leader", scrive Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera dove illustra il suo ultimo sondaggio, "analizzando gli orientamenti mensili degli elettori il 2021 ha rappresentato un anno di assestamento con poche eccezioni". Intanto si registra "il calo della Lega e l'aumento di FdI e la flessione del gradimento di Conte, divenuto leader del M5S, dopo aver guidato due esecutivi composti da maggioranze diverse".

 

 

Tant'è che sulla base dei dati "il primo scenario che abbiamo considerato fa registrare la netta affermazione della coalizione di centrodestra (Lega, FdI e FI) su quella giallorossa (Pd, M5S e una lista Sinistra italiana-Art.1): 211 seggi a 169 alla Camera e 104 a 84 al Senato. I restanti seggi attribuiti su base proporzionale sarebbero assegnati a due ipotetiche liste 'centriste', nate dall'aggregazione di Azione e +Europa la prima e la seconda da Italia viva, Coraggio Italia e Noi con l'Italia" mentre "il secondo scenario prevede la presenza di una coalizione composta da Forza Italia alleata alle due liste 'centriste'". In questo caso si otterrebbe un pareggio tra la coalizione giallorossa accreditata di 182 seggi alla Camera e 90 al Senato e quella tra Lega e FdI che si attesterebbe a 181 seggi alla Camera e 91 al Senato. Ago della bilancia la coalizione di centro che otterrebbe 35 deputati e 16 senatori". 

 

 

Poi c'è anche un terzo scenario, "basato su una coalizione di (quasi) tutti i partiti contrapposti alle tre forze del centrodestra, farebbe registrare un vantaggio di quest'ultimo sia alla Camera (200 a 190) sia al Senato (99 a 94), decisamente più risicato rispetto al primo scenario". Quindi, conclude Pagnoncelli, "emergono due interrogativi. Il primo riguarda le forze che al momento sono stimate al di sotto della soglia di sbarramento: saranno capaci, pena lo loro sopravvivenza, di aggregarsi, tenuto conto del fatto che la maggior parte di queste formazioni è guidata da esponenti dalla forte personalità, dunque presumibilmente poco inclini a cedere la propria leadership confluendo in una nuova lista? L'altro interrogativo riguarda Forza Italia: nel secondo scenario il partito di Berlusconi otterrebbe circa la metà dei parlamentari rispetto al primo scenario (27 contro 56) ma sarebbe il perno della coalizione di centro che risulterebbe decisiva per la costituzione di una maggioranza di governo; dunque un bel dilemma: conquistare più eletti ma contare meno" oppure "ottenere meno eletti ma contare di piu' nel futuro esecutivo?".

 

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