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Salta il vertice di centrodestra, ira-FdI: "Può crollare tutto". Indiscrezioni: a cosa mirano Salvini e Cav

Antonio Rapisarda
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Lo stallo nel centrodestra rischia di trasformare quella che era una coalizione in un campo di Agramante. Rispetto a ventiquattro ore fa l'unica novità è la volontà di affrontare vis a vis una questione che non riguarda soltanto alcune divisioni, per quanto di peso, sui territori. Tutt' altro. Il problema nel problema però è collegare le agende di Meloni, Salvini e Berlusconi per il famoso "vertice": questione che fra poche ore potrebbe pregiudicare, in caso di mancata convocazione, il futuro dell'alleanza. In mattinata da Fratelli d'Italia, pronti a trarre le "estreme" conseguenze fino alle Politiche qualora Lega e Forza Italia non intendessero rispettare la regola della ricandidatura degli uscenti, è stato ribadito il "fate presto". «Stiamo aspettando che si convochi il vertice annunciato entro domani (oggi, ndr)», ha spiegato Ignazio La Russa che segue per il partito il dossier siciliano. Per il senatore «non ci sono deadline né ultimatum ma problemi logistici», visto che da domani Meloni e i suoi saranno impegnati nella Conferenza programmatica di Milano.

 

 

 

I PALETTI DELLA DESTRA

Il perimetro della discussione, per via della Scrofa, non cambia: ragionare subito e nello stesso tavolo delle Amministrative di giugno (a partire da Palermo e Verona: dove ancora manca l'intesa unitaria) e delle Regionali (in Sicilia previste in autunno) su cui il partito ha già blindato - a differenza del presidente dell'Ars, l'azzurro Miccichè, e del Carroccio siciliano - l'intesa con Diventerà bellissima sul governatore Nello Musumeci. Dopo giorni di rumor, la risposta è giunta sì dalla viva voce di Matteo Salvini ma non collima con la road map di Giorgia & co: «Ci sono le comunali a giugno e poi le Regionali a novembre e marzo». Per il leghista, insomma, una cosa alla volta. «Chiudiamo compatti le elezioni del 12 giugno e poi ragioniamo di tutto il resto». La stoccata di Salvini non finisce qui. Anche per lui occorre «trovare candidati unitari» ma a suo avviso è FdI ad andare «da sola in diverse città: a Parma, Viterbo, Catanzaro, Jesolo, Palermo». Trovata l'unità e «vinte le Comunali», dal giorno dopo si chiuderanno «tutte le Regionali». E quando si dovrebbe parlare di tutto questo? Per FdI la clessidra scadrà fra poche ore. «Sono a Milano da sabato in poi o a Roma fino a venerdì, quindi sono disponibilissimo da oggi in avanti a trovarci», la replica di Salvini. A chi gli ha fatto notare, poi, che questo fine settimana proprio la Meloni è impegnata nella tre giorni a Milano (nella quale saranno presenti i capigruppo di Lega e Forza Italia) la chiosa è laconica: «Beh, siamo tutti qui, cosa c'è di meglio?!». Pronta la controreplica. «Non siamo più interessati ad annunci indiretti», taglia corto a Libero ancora La Russa. «Ci aspettiamo che entro domani (oggi, ndr) venga convocato questo summit, anche on line, a cui gli alleati si sono dichiarati disponibili». Il messaggio di FdI è che occorre passare ai fatti: «Non possiamo ancora dire ai nostri esponenti palermitani», dove al momento Lega e FI da una parte e FdI e Udc dall'altra hanno due candidature diverse, «di attendere».

 

 

 

L'OFFERTA

A questo punto è giunto in serata l'invito ufficiale di via Bellerio: «Salvini intende partecipare a un vertice di coalizione in presenza. Sarebbe la scelta più efficace, e che da venerdì potrebbe diventare realtà grazie alla presenza - tra Milano e Arcore - anche di Meloni e Berlusconi». In casa FI si assiste a questo "gelo" con insofferenza. «Si scongeli al più presto questa incomunicabilità fra Salvini e Meloni», fanno filtrare fonti del partito evidenziando come ciò rappresenti «un problema per tutti». Per quanto riguarda la richiesta di FdI di vedersi entro 24 ore non ci sarebbe il nulla osta da parte del Cav. L'unica condizione è che l'ex premier «non si muoverà da Arcore». E visto che «Matteo e Giorgia» si troveranno a pochi chilometri da lì per gli azzurri potrebbe essere la volta buona. Per un vertice di centrodestra che è saltato (ieri), e che rischia di far saltare tutto in caso di mancata celebrazione, ce n'è stato uno ieri del "centrodestra di governo" sulla delega fiscale. Al tavolo il leader della Lega Salvini, il coordinatore di FI Tajani, il sottosegretario al Mef Freni, la vice presidente dei senatori azzurri Ronzulli e i capigruppo. Collegato da remoto anche Silvio Berlusconi. E oggi si replica. 

 

 

 

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