Cerca
Logo
Cerca
+

Mario Draghi, Marcello Sorgi: le dimissioni ora sono un'ipotesi, quando potrebbe salire al Quirinale

  • a
  • a
  • a

Questa volta non è detto che finisca con una ricomposizione delle fratture. Questa volta Mario Draghi potrebbe salire al Colle e consegnare le sue dimissioni al presidente Sergio Mattarella. Questa volta la caduta del governo è molto più di una ipotesi. Secondo Marcello Sorgi è difficile che l'esecutivo possa andare avanti "se su riforme nevralgiche, come quelle della concorrenza e della giustizia, pregiudiziali per l'avvio del Pnrr e per la concessione dei 209 miliardi assegnati da Bruxelles all'Italia, una parte consistente della coalizione di unità nazionale non marcia".

 

 

Colpa della Lega e dei Cinque stelle. La loro opposizione a Draghi, seppure diversa e mossa "indipendentemente", porta allo stesso risultato, scrive Sorgi nel suo editoriale su La Stampa: "le riforme, a partire appunto dalla legge delega sulla concorrenza, su cui sono puntati gli occhi degli osservatori di Bruxelles, restano bloccate in Parlamento". E "sulla concorrenza il balletto dei rinvii si trascina senza giustificazione". Ieri 19 maggio, "a sorpresa", i capigruppo di Lega e Forza Italia al Senato, con una nota comune, hanno negato che ci fossero le condizioni di un accordo. Per di più Salvini sulle armi all'Ucraina è stato molto più duro di quanto aveva promesso ed è arrivato a chiedere una 'conferenza di pace'",

 

 

Una "presa in giro", rivela Sorgi che ha fatto infuriare Draghi, il quale ha convocato "con urgenza il consiglio dei ministri. Stavolta, ha spiegato davanti ai membri del governo, silenziosi e allarmati dalla sua iniziativa, non c'è alternativa all'approvazione della legge, se necessario con la fiducia, entro la fine di maggio". Questa volta, "se non avviene, non finirà come il 29 marzo, quando, dopo il 'no' di Conte all'aumento delle spese militari, si recò al Quirinale per consigliarsi con il Presidente della Repubblica, e insieme cercarono la strada per una ricomposizione". Questa volta, "se la riforma della concorrenza non sarà approvata, il presidente del consiglio salirà al Colle per dimettersi".

Dai blog