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Salvini a Mosca, Razov nega tutto: quello che nel Pd non dicono. Biglietti-gate, pesante ombra politica

 Matteo Salvini

Claudia Osmetti
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Non ci sta a passare per russo, Matteo Salvini. È una giornata complicata, quella di ieri, in casa Lega: e la corsa ai referendum sulla giustizia che rischiano di non raggiungere il quorum (speriamo di no) c'entra poco. La polemica si monta nel primo pomeriggio, va avanti fino a sera e si smorza (per modo di dire) solo a ora di cena, quando il partito di via Bellerio dirama una nota categorica. Il leader del Carroccio, c'è scritto sopra, «ha dato mandato ai suoi legali di querelare chi, a partire dai media e dai politici, ha fatto o sta facendo insinuazioni e accuse a proposito del viaggio a Mosca». La bufera è nell'aria da qualche giorno: da fine maggio, almeno. Quando Salvini annuncia di voler partire per la Russia e storcono il naso un po' tutti. Governo, opposizione. Pure i suoi (alcuni dei suoi) gli suggeriscono che non è il caso. E lui fa dietrofront. Di fatto su quel volo dell'Aeroflot che fa scalo a Istanbul (la compagnia è soggetta alle sanzioni occidentali e di collegamenti diretti nisba) non ci mette piede.

 

 

 

RUMORS

Ma ormai non si parla d'altro ed è un continuo di indiscrezioni e rumors che fanno titoloni in prima pagina. Come quello secondo cui, per esempio, il suo nuovo consulente Antonio Capuano, ex Forza Italia, avrebbe chiesto (e ottenuto) i soldi per pagare la carta d'imbarco nientepopodimenoche al figlio del capo del servizio militare russo (cioè il Gru). Ieri, tuttavia, è l'ambasciata russa a Roma che alza la prima tegola. Afferma, in un comunicato stampa che fa immediatamente il giro del web, quantomeno quello dell'informazione italiana, che «l'ambasciata ha assistito Salvini e le persone che lo accompagnavano nell'acquisto dei biglietti aerei di cui avevano bisogno, in rubli e tramite un'agenzia di viaggi russa». Primo perché il pagamento in euro, anche volendo, non era possibile, e secondo a causa di quelle sanzioni già citate che aggirarle (giustamente) mica è uno scherzo. Ma apriti cielo. È stato come lanciare un cerino in mezzo al fienile. La testa di Salvini han ripreso a richiederla in tanti. Esponenti del Partito democratico, del Movimento 5 Stelle, di Azione. Persino qualcuno di Forza Italia. E lui ha reagito così: «A differenza di un gruppo editoriale che, per anni, ha distribuito in allegato Russia Oggi», il riferimento è chiaramente alla proprietà del quotidiano Repubblica che, però, non viene mai nominata nella paginetta di comunicato della Lega, «la Lega non ha e non ha avuto accordi economici di alcun tipo con Mosca. Le spese per il possibile viaggio aereo di Salvini sono state interamente pagate dalla Lega, come confermato e spiegato chiaramente dall'ufficio stampa dell'ambasciata della Federazione russa in Italia. Non c'è stato nessun biglietto omaggio del Cremlino, quindi, e non c'è stato "nessun viaggio pagato da Mosca". Chiunque continuerà a sostenere il contrario, ne risponderà nelle sede opportune». Sembra stufo, Salvini, di vedere la sua foto scattata nella piazza Rossa di Mosca, con le cupole della cattedrale di San Basilio sullo sfondo, e ripescata sui siti di alcune testate nazionali che, da qualche settimana, la ripropongono ogni due giorni.

 

 

 

IL CHIARIMENTO

A dargli manforte, arriva, poi, lo stesso chiarimento dell'ambasciata russa: «Alla fine ci è stato restituito l'equivalente della cifra spesa per l'acquisto dei biglietti aerei in euro, abbiamo i rispettivi documenti comprovanti». Come a dire, i russi hanno sì anticipato quella spesa (perché oggettivamente erano gli unici che potevano effettuarla), ma a mo' di "prestito". Subito dopo il Carroccio ha coperto quanto dovuto e «in tutte queste azioni», conclude l'ambasciata, «non vediamo nulla di illegale». «Si tratta comunque di un fatto gravissimo», commenta, invece, il forzista Elio Vito, «Salvini è sempre più fonte di imbarazzo e preoccupazione per il suo partito, per gli alleati, per il centrodestra e per l'Italia». Anche Debora Serracchiani, la capogruppo dei dem alla Camera, l'ex guardasigilli Clemente Mastella e il deputato di Azione Osvaldo Napoli attaccano il leader leghista. 

 

 

 

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