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Nicola Porro sbotta: "Hanno le allucinazioni", ecco cosa scrive Repubblica sul Pd

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"Questi hanno le allucinazioni". Nicola Porro legge i quotidiani il giorno dopo i risultati ufficiali di referendum sulla giustizia e amministrative e trasecola. Il conduttore di Quarta repubblica, nella sua consueta rassegna stampa online, non può non notare come a sinistra l'interpretazione della tornata elettorale sia, per così dire, piuttosto bizzarra. 

 

 



"Centrodestra avanti spinto dalla Meloni", scrive il Corriere della Sera. Fattuale, c'è poco da dire. Repubblica, invece, parla di "crollo di Salvini e Movimento 5 Stelle". "Senza dare alcuna soddisfazione al centrodestra - nota Porro - che obiettivamente è davanti. Difficile dire che oggi il centrodestra non ha vinto". Eppure a Largo Fochetti ci riescono. "Giustamente - commenta Porro - Antonio Polito (sul Corsera, ndr) sottolinea come siano state bocciate quelle forze che stanno un po' di qua e un po' di là. Ma la vera domanda è quanto la Lega potrà resistere in questo governo". Una domanda che molti però non pongono, "e questa cosa mi fa girare le p***e. La Meloni ha detto agli alleati 'lasciate perdere il governo'. Lunedì sera Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega, a Quarta repubblica dice: 'Ragazzi, se continua così la Lega in questo governo non ci rimane'. Quindi rischia di essere un autunno molto caldo, non solo per l'economia ma pure per la politica".

Nicola Porro contro Bei e Repubblica: guarda qui il video

Ma a far letteralmente imbestialire l'editorialista del Giornale è la tesi di Repubblica: "Francesco Bei (che sabato aveva invitato i lettori a disertare le urne, ndr) scrive: 'A volte è più difficile gestire i successi che le sconfitte'. Sta parlando della fascistella Meloni? No, in prima pagina parla del Pd, della sua 'quasi vittoria' perché è il primo partito", se la ride esterrefatto Porro.

 

 

 

"E allora vale tutto, come l'intervista di Enrico Letta sul Corriere. Con il piccolo dettaglio del bluff del 'campo largo', il futuro della sinistra con Pd, Di Maio e Conte. Un fallimento totale: come si può non rendersi conto che il Pd non può inquadrare un partito ribellista come i 5 Stelle? E' talmente contronatura che gli stessi elettori del Pd non li votano". Ma di questo meglio non parlare.

 

 

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