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Venditti e De Gregori scaricano il Pd: "Tanto non cambia niente..."

Francesco Storace
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Roma Capoccia frana sul sindaco di Roma e Roberto Gualtieri diventa uomo da record: in appena sette mesi dall'ascesa in Campidoglio ha scontentato tutti. Ora pure Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Dopo la vittoria di ottobre il sindaco ha continuato a fare promesse di cartone, senza mantenerne una. E dove vai così, gli urla una città ormai disincantata rispetto ai fallimenti della politica. Passi per gli orfani della stagione di Virginia Raggi; passi per la petulanza di Carlo Calenda, il burbero de 'noantri; passi per la destra che sperava nella grande occasione non riuscendo a coglierla. Ma ora il dissenso verso il sindaco di Roma tocca anche la cultura rossa.

 

 

 

Già nei giorni scorsi, la nostra Daniela Mastromattei aveva pizzicato per Libero lo sfogo, inaspettato, di Alessandro Gassmann: «A Roma non è cambiato nulla», dalla Raggi a Gualtieri. Il che come biglietto da visita è davvero niente male. Perché se la continuità - triste - diventa il passaparola rispetto a una sindaca sconfitta nel passaggio con quello nuovo vuol dire che si è ingranata la retromarcia. Ma ora non c'è solo un attore che spesso si è esibito sui social sui temi più doloranti per la città eterna. A far compagnia a Gassmann sono arrivati anche altri ex estimatori del sindaco attuale della Capitale. Nelle ultime ore lo stesso ritornello- «non cambia niente» - è arrivato da nomi grossi e rossi della musica: Antonello Venditti e Francesco De Gregori, dopo l'ultimo concerto capitolino, non le hanno mandate a dire.
«Che ci sia la Raggi o il Pd Roma è bella a prescindere». Insomma, «Roma rimane la stessa chiunque governi, non cambia nulla».
La delusione è fortissima proprio a sinistra e tocca pure il partito, che una volta si risparmiava quando se ne toccavano gli uomini.
Chi ha fatto di tutto per sbaragliare gli avversari non ci sta a vedere una città devastata dall'immondizia. Alla promessa del termovalorizzatore- e chissà in quanti anni- non crede più nessuno e comunque manca quel tocco magico che possa ispirare fiducia nel nuovo sindaco.

 

 

 

 

Ormai il malcontento tocca pure Nicola Zingaretti. Sono bastati sette mesi di governo rosso della Capitale - avevano promesso mirabilie- per far ricredere molti e già nel Pd si comincia a fare i conti col bottino magro che si prevede da Roma per le regionali del prossimo anno, in concomitanza con le elezioni politiche. Poteva sembrare una passeggiata per la sinistra, con un affollamento inaspettato di candidabili alle primarie (se mai le faranno) e il solito ritardo nel Centrodestra. Ma ci pensa Gualtieri ad aiutare gli avversari, dicono nel suo partito. E quando ti metti contro i pezzi grossi della cultura, con tanto di popolarità, i tempi sono destinati a essere sempre più bui. Anche perché per ora si parla di rifiuti più che di altro. Ma se si aprono tutti i dossier, a partire dai trasporti, altro che Musica maestro: i fischi accompagneranno Gualtieri per tutta la durata del suo mandato appena cominciato. Non sarà una passeggiata di salute. 

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