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Luigi Di Maio, la vignetta del Fatto quotidiano: sono partiti gli insulti

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La scissione di Luigi Di Maio dal Movimento 5 Stelle ha rappresentato innegabilmente un trauma nel mondo grillino. Anche se da mesi giravano voci sul rapporto ormai insostenibile tra il ministro degli Esteri e il capo politico del partito, Giuseppe Conte e si affastellavano i sospetti sulle tentazioni individuali dell'ex "bibitaro" (come sprezzantemente lo definivano quegli stessi avversari che oggi definiscono Di Maio uno statista), è logico che anche nel cuore della propaganda grillina su carta stampata, il Fatto quotidiano, la vicenda abbia provocato come un "riflesso pavloviano". Di Maio ha colpito, e il giornale di Marco Travaglio risponde scalciando, alla cieca.



Guarda qui la vignetta del Fatto quotidiano contro Luigi Di Maio

 

Basta scorrere in rassegna titoli e articoli degli ultimi due giorni. Ma un bel riassunto, decisamente esaustivo, lo fornisce la vignetta pubblicata venerdì mattina in prima pagina a firma del sempre brutale Mannelli. Il titolo, Era meglio morire da piccoli, è citazione della celebre marcetta di Paolo Rossi, inno "soft" al politicamente scorretto e vera e propria dichiarazione di guerra a certa politica (di centrodestra, ovviamente). Di Maio è ridotto a scarabocchio caricaturale, con la matita che disegna contorni indefinibili.

 

 

 

Un abbozzo, appunto, come - è il suggerimento - il suo velleitario e infantile tentativo di fare carriera da solo, lontano dall'ingombrante Conte. Che per il Fatto è evidentemente quello maturo e saggio. E forse sta tutto in questo concetto lo psicodramma del Movimento. 

 

 

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