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Mario Draghi, "ci sono bucce di banana": cosa significa questa frase e perché il premier trema

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C'è sempre il rischio per Mario Draghi e il governo di scivolare su qualche buccia di banana. Anche perché il sentiero della politica ne è lastricato. I partiti, osserva Francesco Verderami nel suo retroscena sul Corriere della Sera, "sono costantemente in trance agonistica pre elettorale. E nonostante sappiano di partecipare a un gabinetto di larghe intese, continuano a scontrarsi su provvedimenti sui quali è impossibile trovare intese bipartisan. E che sono destinati ad arenarsi senza diventare leggi". Per il presidente del Consiglio, insomma, la strada è in salita.

 

 

Proprio ieri 29 giugno, mentre si trovava al vertice Nato veniva informato del caos in Parlamento dove si mettevano a rischio gli equilibri di governo. Il centrosinistra infatti aveva deciso di portare in Aula i progetti di legge sullo ius scholae e sulla cannabis. La Lega, ovviamente, si è infuriata e ha denunciato la rottura degli accordi di maggioranza: "Così non si può andare avanti". Peccato che, sottolinea Verderami, "nelle stesse ore, nell'altro ramo del Parlamento, proprio il Carroccio contravveniva alla regola della larga maggioranza. E insieme a Forza Italia, decideva di votare un emendamento di Fratelli d'Italia per tutelare i balneari dalla direttiva Bolkestein". 

 

 

Ma non finisce qui. Tra le bucce di banana ecco il decreto Aiuti. Ieri si sono riunite le Commissioni Bilancio e Finanze alla Camera "dove i grillini avevano programmato un blitz per impedire la realizzazione del termovalorizzatore a Roma, sommersa dai rifiuti. Missione fallita. Il bello è che Forza Italia, protagonista al Senato del voto contro il governo sulla Bolkestein, faceva sapere di aver votato contro l'emendamento grillino 'per senso di responsabilità verso il governo e per amore verso la Capitale'". 

Una barzelletta. Ma non finisce qui. A Montecitorio, "dopo che il ministro Gelmini aveva risposto al question time sulla riforma delle Autonomie regionali, Bersani ed Errani convocavano una conferenza stampa per annunciare che quel ddl non lo avrebbero approvato. Per un ministro che veniva sconfessato da un partito della sua maggioranza, si è arrivati a un ministro che sconfessava il suo governo: 'Va cambiato il cambiamento al Superbonus', avvisava il grillino Patuanelli". Insomma. conclude Verderami, "la strada di Draghi verso la fine della legislatura è lastricata di buone intenzioni e di bucce di banana". Una su tutte il "caso Grillo" che ha costretto Draghi a rientrare a Roma. "Sarà un'altra giornata di fuoco ma senza arrosto", osserva il Pd che non crede che Conte lascerà l'esecutivo. "Mai più governi di larghe intese", ha chiosato il vice segretario Provenzano. Ergo, mai più Draghi. 

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