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Mario Draghi e la salsiccia indigesta: scoppia il caso sotto casa sua

Claudio Brigliadori
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Una salsiccia indigesta per Mario Draghi. Senza sale, senza troppo sapore: basterebbe questo, forse, per motivare la sfiducia al premier. Si scherza, ovviamente, ma a Città della Pieve sottolineano serissimi il vizietto dell'ex capo della Banca centrale europea. A L'aria che tira Estate, su La7, hanno pensato bene di mandare perfino un inviato nel suggestivo borgo umbro, da tempi non sospetti il buen retiro del fu SuperMario. Da quando si è seduto sulla ambitissima e scomodissima poltrona di Palazzo Chigi, ci torna non appena è possibile per "staccare". Non la spina, quello è il sogno di Giuseppe Conte, ma la testa. Dedicarsi a cose semplici insieme alla inseparabile moglie Serenella, la First Lady un po' chiacchierona che qualche grattacapo in passato gli aveva causato: la coppia, solidissima, si concede il lusso di recarsi a messa o andare a fare la spesa, come i comuni mortali.
I vicini di casa li coccolano, li proteggono.

 

 

Sono i loro vip, guai a chili tocca. Ma forse, in questo clima da crisi perenne, anche gli idoli sono destinati a cadere. Nemo propheta in patria, dicevano gli antici romani e come al solito ci prendevano. Così qualcuno, raggiunto dai microfoni malandrini, svela un imbarazzante segreto: «Abbiamo in comune il macellaio». E fin qui, nulla di male. Solo che «il signor Draghi prende le salsicce senza sale. Le vuole in quel modo».

 

 

Strano. Forse le digerisce a fatica, un po' come quell'insaccato politico impazzito che altro non è se non il Movimento 5 Stelle. E c'è chi lo infila nell'antipatico calderone della "Casta". «Mio fratello doveva andare a prendere le salsicce e i carabinieri non l'hanno fatto passare- si lamenta un altro residente -. Ora voglio dire: ma che comanda lui a Città della Pieve? È un cittadino come un altro». Chissà, i 5 Stelle potrebbero approfittare della denuncia e organizzarci su un bel voto online. Perché la crisi è come il maiale: non si butta via niente.

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