Cerca
Logo
Cerca
+

Mario Draghi, il "vaffa" nero su bianco: Dagospia, ecco il discorso di mercoledì

  • a
  • a
  • a

Ultime ore di frenetiche trattative, poi Mario Draghi sceglierà quale dei due discorsi (già pronti) pronunciare in aula alla Camera e al Senato mercoledì mattina, quando la crisi di governo si risolverà in una maniera (Draghi-bis) o nell'altra (elezioni anticipate in autunno). E' Dagospia, con uno dei suoi classici "report", a riferire del tam tam impazzito che si rincorre a Roma, tra Palazzo Chigi, Montecitorio, Palazzo Madama, Quirinale e segreterie di partito varie. Il premier ha un filo diretto con il Pd, ma a breve potrebbe avere un colloquio anche con gli esponenti del centrodestra di governo. Il M5s, invece, è una incognita: vale tutto, compresa l'ipotesi di una seconda, clamorosa scissione di governisti che aprirebbe la strada alla permanenza di Draghi e alla fuoriuscita di quel che resta dei 5 Stelle.

 

 

 

 

In ogni caso, scrive Dago, Draghi pare intenzionato a usare toni piuttosto duri. E il colloquio avuto con il presidente Sergio Mattarella gli sarebbe servito a capire come muoversi, formalmente e politicamente. Da un lato, rivela Dago, SuperMario ha già vergato un discorso di addio, "riassumibile con non ci sto. Un vaffa ai 5Stelle e all’intera maggioranza che sorregge il suo governo: un atto d’accusa all’inettitudine e all’irresponsabilità dei partiti litigiosi, pretestuosi, incapaci di leggere la realtà complessa in cui si barcamena l’Italia". Questo discorso, un bazooka, verrebbe usato in caso di "colpi di scena" in aula, dichiarazioni a effetto di qualche leader. Giuseppe Conte, certo, ma non solo.

 

 

 

 

 

Se i 5 Stelle perderanno i pezzi (si parla di 30 parlamentari pronti a spostarsi su posizioni draghiane), allora Draghi potrebbe essere pronto a restare ponendo però condizioni dure e chiare: nel secondo discorso, scrive Dago, il premier annuncerà "un mini-programma (soprattutto economico) che impegnerà il governo fino alla scadenza della legislatura", con attuazione del Pnrr, lotta alla inflazione e alla crisi energetica come punti chiave. A convincere i partiti a recedere dalle bellicose intenzioni sarebbe stato anche Mattarella: "Pare che abbia passato molto tempo al telefono in questi giorni. E che la sua zeppola sia risuonata potente nelle recchie dei suoi riottosi interlocutori…", a cominciare da Matteo Salvini.

 

 

 

Dai blog