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L'aria che tira, Mario Monti: "In cosa mi ha deluso Draghi. Dicono che il Quirinale..."

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Ha aspettato che Mario Draghi cadesse per pugnalarlo alle spalle con ferocia inaudita. Mario Monti, ospite di L'aria che tira Estate su La7, ammanta di parole formalmente al miele un giudizio durissimo sul governo dell'ex numero uno della Banca centrale europea. "Dobbiamo augurarci che questa sia la fine dei governi tecnici, perché sono un segno di disfunzionalità della politica", esordisce Monti, che fu a Palazzo Chigi tra fine 2011 e inizio 2013 presiedendo il "governo tecnico" per antonomasia. 

 

 

 

 

Il bilancio di 17 mesi di governo di Draghi "è straordinario, l'Italia non ha mai avuto un personaggio così riconosciuto al mondo con uno stile autorevole". Poi, ecco la bordata inattesa: "Se devo pensare un aspetto meno straordinario è la gestione della politica economica. Non ha fatto un uso ottimale del grande brand Draghi. Con una Italia che ha avuto il premier più autorevole di sempre, in una situazione con piaghe come pandemia e guerra ma benedetta dal cielo dal punto di vista economico, con l'Europa che sospende i vincoli e dà una infinità di fondi e una politica economica larghissima, è un peccato che ci sia stato un rallentamento di marcia perché c'era il tema del Quirinale, poi il 14 luglio è successo quello che è successo e le dimissioni un po' precipitose, impulsive e non necessarie di Draghi, infatti non accettate da Mattarella". 



Monti, tutti gli errori di Draghi: guarda il video di L'aria che tira
 

Secondo Monti, Draghi avrebbe dovuto osare di più soprattutto nella prima fase, sulle riforme economiche, fiscali e sociali. Il premier è stato troppo cauto e condiscendente con i partiti, "qualcuno dice pensando al Quirinale". E ha peccato di ottimismo "pensando che il periodo di moneta facile non sarebbe finito presto", come invece sta accadendo.

 

 

 

 

Quindi le parole sullo spread, quello che portò Monti al potere al posto di Berlusconi. "Colpisce un po' che quando Draghi sostituì Conte era a 90, poi è salito sopra i 200, continuamente". Colpa della politica economica italiana o della guerra? "Difficile che la causa sia il quadro internazionale, se la differenza con i titoli tedeschi è superiore di molto a quelli di Spagnae Portogallo, probabilmente i mercati hanno visto una politica cauta sul risanamento pubblico".

 

 

 

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