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Giorgia Meloni, "c'è Descalzi". Totoministri-FdI, rumors clamorosi

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"Un dream team". Così Dagospia definisce il toto-ministri del possibile governo a guida Giorgia Meloni. Alleati di centrodestra permettendo, e stando ai sondaggi che girano attualmente, la leader di Fratelli d'Italia sembra avere la strada spianata verso Palazzo Chigi. Anche per questo non può farsi trovare impreparata: se davvero diventerà la prima donna candidata presidente del Consiglio nella storia italiana, dovrà salire al Colle con nomi pesanti e al di sopra di ogni critica. Nella lista riferita da un retroscena di Domani, il simbolo di questa linea potrebbe essere Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Eni, che andrebbe a occupare la casella del ministro degli Esteri, forte di un curriculum straordinario e di una lunga collaborazione con la Farnesina proprio grazie all'Eni. 

 

 

 

La Meloni guarda anche e soprattutto fuori dal suo partito, per risultare attrattiva dentro il centrodestra ma anche nella società civile. Da FdI, scrive Domani, potrebbe pescare Adolfo Urso (deleghe ai servizi segreti per l'attuale capo del Copasir), Maurizio Leo (delega in campo fiscale), ruoli da sottosegretari per i colonnelli Lollobrigida, Delmastro, Fazzolari e Cirielli, magari una vicepresidenza di Camera o Senato. Per Massimo Butti c'è invece  l'idea di farlo sottosegretario alle telecomunicazioni.

 

 

 

 

Poi, come detto, sarà pesca esterna. Alla Giustizia i l favorito è Carlo Nordio. Rassicurante in Italia e all'Estero il nome di Descalzi, che ha ottimi rapporti anche con Matteo Salvini e il cui terzo mandato da supermanager all'Eni è in scadenza la prossima primavera. Alternativa alla Farnesina, lo Sviluppo economico. Descalzi, scrive il Domani, "è manager è uno degli uomini più influenti d’Italia, capace di chiudere accordi energetici fondamentali con l’Algeria, di cucire relazioni strette con il Quirinale e con gli americani, che lo considerano un atlantista convinto e alleato fedele". Altro nome-chiave sarebbe quello dell'economista Cesare Pozzi, papabile ministro dell’Economia. Dalla società civile e dal mondo imprenditoriale, potrebbe spuntare Matteo Zoppas, "rampollo della dinastia degli elettrodomestici e già presidente di Confindustria Veneto: "è considerato dalla Meloni un possibile ministro dello Sviluppo economico. A oggi è figura di raccordo tra il partito e i piccoli imprenditori che nel nord est hanno sempre avuto la Lega come supremo riferimento politico ma che, con l’avvento di Salvini e della sua Lega nazionale, hanno cominciato a squadernare proposte politiche alternative".

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