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Michele Santoro in campo: "Fondo il mio partito. Con chi mi alleo"

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Cosa c'entra Michele Santoro con Giuseppe Conte? Apparentemente nulla, ma in vista delle elezioni del 25 settembre le strade dei due si incrociano. Il giornalista di Telekabul ha deciso di scendere in campo e di fondare "il partito che non c'è e che non c'è mai stato" insieme all'"avvocato del popolo" che invece un partito ce l'ha, ma gli si sta sgretolando tra le mani. La notizia l'ha data lo stesso Santoro in una intervista rilasciata a Stefano Cappellini per Repubblica nella quale spara a zero contro il Pd di Enrico Letta. "Il Pd non ha più nulla a che vedere con la sinistra", tuona Santoro, "è un partito moderato specializzato nella gestione del potere e partner ideale dei tecnici. Oltre al fatto che è diventato il più atlantista di tutti". 

 

 

Il giornalista tira in ballo anche Carlo Calenda, che sta facendo incetta dei transfughi di Forza Italia: "Se Letta insiste nell'ammucchiata di centrodestra dentro la sinistra, resta lo spazio per un campo alternativo. Se in questo campo ci fosse spazio per una lista per la pace, perché no?". E aggiunge: "Se io fossi in Letta non darei per scontata la rottura con Conte e chiederei una mano a chi, come me, rappresenta il dissenso sulla guerra". "Un partito", chiarisce, "non nasce per decisione di una o poche persone ma per rappresentare le esigenze di un pezzo di società. Di sicuro non mi interessa fare il candidato indipendente senza un progetto che guardi al futuro. Serve il partito che non c’è e che non c’è mai stato".

 

 

Secondo Santoro il campo alternativo si creerebbe partendo da "chi ha partecipato alla serata Pace proibita al Teatro Ghione". "Spero che Sinistra italiana voglia sedersi al tavolo, ma come non ho visto Letta telefonare a Conte nemmeno ho visto Conte telefonare a Fratoianni e neanche Fratoianni aprire un confronto. Se non ci saremo al voto", sottolinea, "non sarà per colpa nostra". Santoro punta poi il dito contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha permesso a Mario Draghi di dimettersi, dicendo che avrebbe dovuto fare "qualunque cosa pur di non creare un'impossibile campagna elettorale in agosto". E prosegue: "Questa situazione mette il 50% degli elettori nella condizione di non poter scegliere e impedisce a quelli come me, che avrebbero voluto fare qualcosa di nuovo, di raccogliere le firme". Parlando del M5S, Santoro sottolinea: "Ci sono delle contraddizioni nella storia del M5S, ma gli riconosco la qualità di aver saputo interpretare un pezzo di società che non aveva voce, pur con tutte le contraddizioni".

 

 

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