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Centrodestra e liste, "non posso candidarmi": il big che agita Meloni, Salvini e Berlusconi

Salvatore Dama
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Le liste del centrodestra arriveranno all'ultimo momento utile, probabilmente domenica sera, quando il dissenso degli esclusi non potrà più nulla di fronte all'urgenza della consegna degli elenchi. Ieri, negli uffici di Fratelli d'Italia, si è svolta una riunione tecnica per quanto riguarda i collegi uninominali. Si è trattato sostanzialmente di effettuare una ricognizione per garantire che il rispetto della rappresentanza di genere sia soddisfatto. Si sono posizionate delle caselle, ma ancora vuote. I nomi non ci sono. Al tavolo c'erano Ignazio La Russa, Giovanni Donzelli e Francesco Lollobrigida per Fratelli d'Italia; Gregorio Fontana per Forza Italia; Giancarlo Giorgetti perla Lega; Giovanni Toti e Maurizio Lupi in rappresentanza di "Noi moderati".
Sempre ieri il Carroccio ha diffuso alcuni nomi in lizza. Poche le novità, molte le conferme. FdI ancora non scopre le carte, anche se è il partito meglio posizionato, dove i nuovi innesti supereranno gli uscenti e saranno selezionati, assicura Giorgia Meloni, con un criterio «meritocratico». Forza Italia è più in difficoltà. I posti sono pochi anche in virtù della riforma che ha ridimensionato i seggi nelle aule parlamentari. Silvio Berlusconi si è installato sapientemente in Sardegna, per evitare l'assalto dei questuanti. Che saranno tanti, visto che Antonio Tajani ha già annunciato l'esigenza di dover fare "sacrifici". Tradotto: tanti si troveranno fuori dalle liste o candidati in posizioni «scomode» o «impossibili».

 

 

 

Sui collegi uninominali «praticamente chiudiamo. Poi Giorgia (Meloni, ndr) esaminerà» i candidati di FdI. «Deve firmare» le liste. «Per ora abbiamo fatto gli incastri tra candidati uomo e donna». Lo dichiara il senatore Ignazio La Russa, lasciando la riunione tecnica del centrodestra sulle candidature, a via della Scrofa.
«Dovete avere ancora pazienza 24 ore». È quanto si è limitato a dire Giancarlo Giorgetti, il ministro leghista dello Sviluppo economico a chi gli chiedeva del lavoro sulle liste elettorali, uscendo dal vertice.
«Le liste non sono ancora chiuse, ci sarà ancora un po' di lavoro da fare ma qui non si sono fatti nomi. Abbiamo solo ragionato sulle quote di genere e fatto una verifica sui collegi. Insomma è una riunione tecnica». Così il leader di Italia al centro, Giovanni Toti.

 

 

 

 

La presentazione delle liste «porta sempre polemiche», ammette Meloni, «tanto più dopo l'avvento del Movimento 5 Stelle che ha raccontato che arrivare in Parlamento poteva essere la pesca delle occasioni e che ha aperto la possibilità a chiunque, senza avere una storia e fare gavetta, di avere speranze di entrare». Fratelli d'Italia «sta componendo le liste nel modo più meritocratico possibile», assicura Giorgia. Nomi non ne escono. Ci sono le ipotesi circolate in questi giorni: spazio in lista per Gianfranco Rotondi, presidente di "Verde è popolare", i già noti Carlo Nordio, Giulio Tremonti, Giulio Terzi di Sant' Agata. La Lega è il primo partito a rompere il muro del silenzio, diffondendo alcune scelte: «Ci sarà anche il campione di pallavolo Luigi Mastrangelo tra i candidati della Lega alle Politiche del 25 Settembre». Lo rende noto il partito di Matteo Salvini. Che candiderà volti nuovi come il presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Mario Barbuto, il presidente di FareAmbiente Vincenzo Pepe, l'intellettuale Giuseppe Valditara. In corsa anche l'editore Antonio Angelucci.

 

 

 

 

Ricandidati i ministri uscenti Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia e Erika Stefani, il viceministro Alessandro Morelli, i sottosegretari Lucia Borgonzoni, Gian Marco Centinaio, Federico Freni, Vannia Gava, Nicola Molteni, Tiziana Nisini, Stefania Pucciarelli, Rossano Sasso.«Semaforo verde per i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo e i vicesegretari Andrea Crippa e Lorenzo Fontana», si legge in una nota di via Bellerio. Non c'è Claudio Lotito. Il presidente della Lazio sta avendo difficoltà anche di inserimento nelle liste di Fi. E arrivano i primi rifiuti. Gaetano Quagliariello, coordinatore di Italia al Centro, ha detto no a un collegio blindato perché, spiega su Facebook, non vuole essere paracadutato in un'altra Regione.

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