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Giorgia Meloni, inglesi sedotti: "Vogliono un capo come lei"

Giorgia Meloni  

Marcello Veneziani
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Bastava conoscere la linea del giornale o avere minimi rudimenti di inglese. E invece a Repubblica hanno creduto che l'articolo uscito ieri in prima pagina sul quotidiano britannico The Spectator, rivista conservatrice, fosse un attacco alla leader di Fratelli d'Italia. A ingannare il giornale di sinistra la descrizione dell'articolo in copertina sotto il titolo «Is Giorgia Meloni the most dangerous woman in Europe», e cioè, «È Giorgia Meloni la donna più pericolosa in Europa?"; che anche uno studente di scuola elementare capirebbe trattarsi di una domanda, non di una affermazione. Eppure, nella didascalia relativa al pezzo di The Spectator, si leggeva ieri su Repubblica, Meloni, giudicata "la donna più pericolosa d’Europa". Mah...». Ne parliamo con l'autore del pezzo, Nicolas Farrell, giornalista inglese che vive in Italia e per l'articolo su Spectator ha incontrato la Meloni. 

Farrell, chiariamo, il suo non era un pezzo contro la Meloni?
«Sicuro. Secondo Repubblica io avevo giudicato la Meloni la più pericolosa d'Europa. Ma non hanno capito niente. Io ho solo posto la domanda che si pongono tanti in Europa: è lei la donna più pericolosa d'Europa? E l’ho posta perché la stampa internazionale la giudica leader di estrema destra e il mio scopo era capire quale fosse la verità, in modo onesto».

Il suo giornale le ha consentito di intervistare la Meloni senza problemi?
«In realtà il direttore temeva che il giornale potesse essere accusato di essere filo fascista con un'intervista troppo favorevole alla Meloni. Anche all'estero di certe cose è difficile parlare tranquillamente senza essere sotto attacco dei social. E anche da noi pesa il giudizio della sinistra, un potere che controlla la cultura e contro cui è difficile schierarsi».

 

 

Nella chiacchierata con lei la Meloni ripete più volte di non essere fascista e aggiunge di reputare i saluti fascisti forme di "imbecille nostalgia". Basterà questa ennesima affermazione a convincere i media europei che lei non ha nulla a che fare con Mussolini?
«È l'unica cosa che può fare. È meglio smentire, negare, che evitare di rispondere. Altrimenti la gente penserebbe: "Ah, chissà cosa ha da nascondere...". A me sorprende che in Italia, quando non ci sono elezioni, nessuno parli della Meloni come fascista ma come esponente di centrodestra. Solo a ridosso delle elezioni gran parte dei media e la sinistra le danno della fascista. È una schizofrenia incomprensibile. E la stampa internazionale segue gli allarmi della sinistra italiana senza guardare i fatti. Cosa c'è di fascista nel programma di FdI? Ed è per caso fascista chiudere le frontiere ai clandestini?».

Malgrado ciò, da noi accusano la Meloni di essere razzista. Eppure a lei la Meloni ha detto: «Per me i razzisti sono dei cretini».
«A mio avviso i primi cretini sono quelli che accusano la Meloni di essere razzista». 

La leader Fdi, parlando con lei, dice: «Se fossi inglese, sarei una Tory», un'esponente del Partito conservatore. La convince l'immagine della Meloni come conservatrice?
«La stampa anglosassone fatica a considerarla tale. Tutti i giornali, perfino quelli conservatori come The Telegraph, la considerano di estrema destra. Ciò deriva dal fatto che in Italia non c'è mai stata una vera forza conservatrice e dalla diffidenza britannica verso i Conservatori europei, dei quali la Meloni è leader, perché dentro ci sono forze sovraniste come Vox. A mio avviso, invece, la Meloni è una sincera conservatrice. È esponente di un conservatorismo alla Scruton che dice sì al libero mercato, a condizione però che non distrugga le comunità e la patria. Ma ciò non c'entra nulla col fascismo. Del resto, il fascismo inizia e finisce come un movimento di sinistra. La Le Pen un po' lo evoca, avendo un programma economico molto statalista e molto di sinistra. Ma la Meloni cosa c'entra con quella storia? E poi, pensare che voglia instaurare la dittatura è un'idea semplicemente ridicola».

 

Come è stato accolto il suo articolo sulla Meloni dall'opinione pubblica inglese?
«Le reazioni dei lettori sono state entusiaste. La maggior parte dei commenti dice "Ma che donna meravigliosa! Vogliamo una leader come lei anche in Inghilterra", "È una vera conservatrice, a differenza dei nostri", e ancora "È ovvio che questa donna non abbia nulla di fascista". Più chiaro di così...».

Donna di ferro, con forte senso nazionale, ma anche aperta al libero mercato. Tentare un paragone con la Thatcher è azzardato?
«Non è come la Thatcher, perché lei era liberista al 100%. La Meloni mi ricorda piuttosto Britannia, figura mitica della Gran Bretagna, esempio di donna tosta. O Buddica, la regina britannica che difese la sua terra dall'invasore».

La Meloni dice di amare Tolkien e di essersi sentita da ragazza come l'hobbit Sam Gamgee. Secondo lei che personaggio è?
«È un incrocio tra un hobbit molto bello e un elfo un po' corto, biondo con occhi blu come gli elfi».

E sulla qualità dell'inglese della Meloni che mi dice?
«È pretty good, abbastanza buono. Non eccellente, come sostiene qualcuno, ma la promuovo con un bel 7». 

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