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Ruberti, chi piazza il Pd al suo posto a fianco di Gualtieri: "Potere rosso"

Roberto Gualtieri

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Al posto di Albino Ruberti al Comune di Roma andrà Alberto Stancanelli, simbolo del "potere rosso", scrive il Fatto quotidiano. "Il neo capo di gabinetto nominato ieri dal sindaco Roberto Gualtieri, è una garanzia. A dispetto di chi, all'epoca, lo attaccò accusandolo di aver vinto la promozione a dirigente a Palazzo Chigi durante una estate di tanti anni fa grazie a un concorso rivelatosi per lui provvidenziale". Stancanelli passò da "funzionario di sesto livello al comune di Roma, quindi funzionario di ottavo livello al ministero delle Finanze, comandato nel 1996 presso la Presidenza del Consiglio, assumendo il ruolo di capo della segreteria tecnica del Ministro per la funzione pubblica, senatore Franco Bassanini, fino al fatidico concorso per un posto di dirigente amministrativo dei Servizi tecnici nazionali".

 

 

Sul suo capo, prosegue il quotidiano di Travaglio, splende "l'eterno presidente di Astrid, il think tank che piace alla gente che pensa ma soprattutto che conta, ossia quel Bassanini già socialista poi Pci, poi Pds e via dicendo per tacere degli incarichi, da ultimo Open Fiber dopo l'uscita da Cassa depositi e prestiti". Da allora Stancanelli "è stato pure responsabile della logistica, tende soprattutto, durante il terremoto dell'Aquila. Tanto che alla Protezione civile lo ricordano bene (ne è stato pure direttore del personale)".

 

 

E ancora è stato "premiato con un posto da consigliere alla Corte dei Conti quando al governo era premier Paolo Gentiloni e soprattutto ministro Claudio De Vincenti - nel cui ministero della Coesione territoriale Alberto era uomo macchina". Ed è stato nei Gabinetti di "Antonio Bassolino all'epoca presidente della regione Campania" e di "Franco Frattini oggi presidente del Consiglio di Stato e un tempo ministro della Pubblica amministrazione". L'ultimo gabinetto occupato da Stancanelli "è stato quello al ministero delle Infrastrutture. Dove il dossier più spinoso che ha trattato, prima con la ministra De Micheli e poi con Giovannini, è stato quello della concessione di Autostrade per l'Italia dopo il crollo di Ponte Morandi". 

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