Cerca
Cerca
+

Silvio Berlusconi rivela: vi dico di chi è prigioniero Putin

Renato Farina
  • a
  • a
  • a

Nei giorni scorsi i sondaggi no mostrato un calo di Forza Italia registrato da tutte le agenzie specializzate nel ramo. Essa sarebbe scesa nelle in- Vladimir Putin tenzioni divo to degli italiani dall'8% dei primi di agosto al 7-7,5. Subito, questa discesa, peraltro a occhio e croce lieve, è stata accompagnata da editoriali e retroscena festosi di Repubblica e della Stampa, vagheggianti crolli del partito di Berlusconi, tipo Atlantide sparita in fondo al mare. Che scarsa memoria. Stefano Cappellini annunciando il sospirato tonfo sul quotidiano fondato da Scalfari, e Francesco Grignetti che incentra la sua analisi sul "panico" e lo "stringere i denti" di un disperato anonimo azzurro, dovrebbero farsi raccontare rispettivamente dagli archivi di Repubblica e Stampa che cosa accade in Italia quando il Cavaliere decide di impegnarsi in campagna elettorale. Nel 2006 il centrodestra era indietro di 15 punti fino a due settimane prima del voto. Berlusconi come Omero dormiva. Si svegliò. E fu per 30mila voti che Prodi vinse (brogli?). E nel 2013, dato per morto, il giaguaro riuscì con una zampata a sistemare Bersani che lo voleva smacchiare. Attenti, in questi ultimi due giorni il fuoriclasse riconosciuto dei tornei democratici, dopo piccoli assaggi fatti di pillole sul web, è saltato fuori dallo stallo.

 

 

 

I TRE COLPI

Tre colpi. Uno tradizionale, gli altri due spiazzanti e spericolati. 1) Ponte di Messina. Questo tema Silvio Berlusconi l'ha scelto intervistato da StrettoWeb. Un nome un programma. Ma anche un chiodo fisso bene augurante. Quando si chiamava "Sua Emittenza", nel 1994, estrasse il modellino dal cassetto dei sogni, facendogli vincere 64 seggi su 64 in Sicilia, portandosi a casa Palazzo Chigi. 2) Tik Tok. Tuffandosi con ingenuità nella piscina degli squali, ha "spaccato". Irresistibile. 381.000 follower e 6.200.000 (seimilioniduecentomila) visualizzazioni alle 19 di ieri. L'interpretazione ovvia dei sommi interpreti della morale politica e degli analisti dell'efficacia comunicativa: patetico. Ha sfondato solo tra i ragazzini, quelli di 14-16 anni. Balle. Di quell'età e arrivando fino ai vent' anni in Italia sono la metà. E gli altri 3 milioni e passa? Deve aver ritrovato un feeling con mamme e nonne, casalinghe disperate per il destino di figli e nipoti, deluse anche dal Cavaliere, ma adesso no, pare loro un buon affare che imparino da lui, lui sa parlare rompendo l'armatura delle loro cuffie. Allora si può entrare nella campana di vetro di quella generazione. Genio. 3) In video da remoto con i candidati del Veneto si è esibito nell'esercizio tipo salto mortale. Massimo rischio. Ha interpretato Putin e ha spiegato perché l'antico amico ha invaso, sbagliando, l'Ucraina. «Io lo so», ha detto. Cosa sa? Risposta: colpa dei comunisti. Questo fantastico leit-motiv di ogni ascesa irresistibile di Silvio ha sorpreso tutti, tant' è che ci è voluto un giorno al mondo per accorgersene. La pressione di quella cerchia gli ha tolto il libero arbitrio, quasi facendo prigioniero lo Zar. Sotto testo non detto ma trasparente: l'Occidente, specie l'America, avrebbe dovuto sostenere Vladimir. Invece ha buttato nell'immondizia quel che accadde nel 2002 a Pratica di Mare, quel radioso 31 maggio, dove Usa e Russia si accordarono e, secondo uno spartito proposto dal premier di Arcore, i 30 della Nato aderirono a una strategia che avrebbe allargato il Patto Atlantico fino a circumnavigare il globo, avendo come nemici solo gli Stati canaglia e la Cina. Nulla di nuovo, in fondo. Espose questi concetti il 9 aprile scorso a Roma, allorché disse testualmente: «Non posso e non voglio nascondere di essere profondamente deluso e addolorato dal comportamento di Vladimir Putin, che si è assunto una gravissima responsabilità di fronte al mondo intero... Io Putin l'ho conosciuto vent' anni fa. Mi era sempre parso un uomo di gran buon senso, di democrazia, di pace...». Condannò , ma non riusciva a credere che quello stesso uomo si fosse manifestato prima come Dr Jekyll e aggredendo l'Ucraina rivelandosi brutale Mr Hide. Cercò di salvarlo invitandolo a processare i criminali autori dei massacri, non si dava pace: «Peccato, davvero peccato!». Ma non poteva rassegnarsi a pensarlo cattivo. Ora ha trovato la risposta: l'amico non mentiva. Non era, non è in se stesso. Ha subito un lavaggio del cervello. È probabilmente vittima di una specie di plagio. I vecchi arnesi bolscevichi che si era tirato dietro dalla sua esperienza di colonnello del Kgb lo hanno alla fine ipnotizzato con le loro fandonie sull'onore deriso da Zelensky e dagli americani, come Aldo Moro sospettava avesse fatto Berlinguer con Cossiga.

 

 

 

LE PAROLE SU VLAD

Ecco la trascrizione dell'audio, di un discorso semi-privato, proposto dal Mattino di Padova e rilanciato dall'AdnKronos. «Parlando della Russia», è la voce del Cavaliere, «volevamo dire il nostro dispiacere per quello che è avvenuto in Ucraina. È stata una decisione sbagliata, so che Putin è stato forzato dal suo Paese, dalla sua gente, dai suoi uomini, dal partito comunista a intervenire per difendere le repubbliche del Donbass dall'Ucraina di Eltsin, ma ora si trova ad avere dimostrato che le sue truppe non sono davvero l'armata invincibile». Voleva dire Zelensky, ovvio. Eltsin, peraltro, liquidò il compagno Gorbaciov nel 1991 con appoggi americani come adesso Volodymyr prova a fare con Vladimir. E Putin ci e cascato: «Ci sono sanzioni che hanno aumentato la povertà del suo popolo. Sono andate via dalla Russia tutte le imprese occidentali, si sono creati migliaia e migliaia di disoccupati». Continua: «L'invasione secondo loro (i comunisti, ndr) doveva avere una durata di solo due settimane, arrivare a deporre il governo Zelensky e tornare indietro». Qui c'è tutto Berlusconi. La sua incapacità meravigliosa di separare la mente dal cuore. Lo descrisse molto bene lo stesso Putin intervistato nel 2015 da Alan Friedman sui suoi rapporti con l'ex premier italiano: «Silvio mette il cuore e l'anima in ogni cosa che fa». L'uomo che Montanelli definiva sincero solo quando mentiva, è incapace di mascherare il suo pensiero-sentimento. Vuole la pace, sta cercando di liberare Putin dal nodo scorsoio di cattivi consiglieri. Giusto, bello. Ci vuole molto coraggio però a farlo sapere in campagna elettorale.

 

 

 

Dai blog