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Giorgia Meloni, pronti i due vicepremier: ecco i nomi

Fausto Carioti
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Nel caso qualcuno avesse voluto dimenticare l'emergenza numero uno, ci hanno pensato ieri i mercati a ricordargliela: è stata una brutta giornata per tutti i titoli di Stato dell'area euro, ma per quelli italiani più degli altri. Il differenziale tra i Btp e i Bund tedeschi è salito sopra i 250 punti, e il rendimento chiesto da chi ha comprato i bond italiani è arrivato al 4,51%, il massimo da nove anni. Siamo lontanissimi dai livelli dell'estate del 2011, quando la tempesta finanziaria spinse lo spread vicino ai 600 punti, ma per Giorgia Meloni, presidente del consiglio in pectore, è la conferma che gli occhi degli speculatori sono puntati su di lei e sull'Italia. E che serve un "custode" dei conti pubblici, un ministro dell'Economia, considerato affidabile anche all'estero.
 

 

 

L'INCOGNITA DEL TESORO Motivo per cui i nomi sondati sinora dalla presidente di Fdi sono di stretta osservanza draghiana. Fosse per la presidente di Fdi, l'incarico sarebbe affidato a Fabio Panetta, membro del board della Bce. Il quale, però, punta a restare lì dov' è per diventare tra un anno, alla scadenza del mandato di Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia.
L'altro candidato forte, Daniele Franco, non è contiguo al centrodestra, ma essendo il ministro in carica darebbe la massima garanzia di continuità. Ieri, in un incontro riservato, ha illustrato al responsabile economico di Fdi Maurizio Leo, al sottosegretario leghista Federico Freni e al forzista Alessandro Cattaneo i contenuti della Nota di aggiornamento al Def che il consiglio dei ministri approverà giovedì e farà da "cornice" alla prossima legge di bilancio. Un gesto di cortesia e rispetto istituzionale: Franco, infatti, ha già fatto sapere di non avere intenzione di svolgere lo stesso incarico in un governo politico. Anche per questo, prende corpo la candidatura di Domenico Siniscalco, che fu ministro dell'Economia nei governi di Silvio Berlusconi dopo essere stato direttore generale del Tesoro: esperto, apprezzato all'estero e privo di pregiudizi politici. Oggi, però, Siniscalco ricopre il ruolo - importante e ben remunerato - di vicepresidente della banca d'affari privata americana Morgan Stanley: convincerlo a tornare in via Venti Settembre non sarebbe semplice. È comunque attorno ai nomi di Siniscalco, Franco e Panetta che si gioca la partita. L'alternativa, meno quotata, passa per la nomina a ministro dell'attuale direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera: altra scelta in continuità con gli assetti attuali. Da capire, poi, se Fdi vorrà ripristinare la divisione tra Tesoro e Finanze, affidando il secondo ministero a Leo, e se il successore di Franco accetterà questo "spacchettamento". Al confronto, le altre caselle cruciali del governo, quelle su cui Mattarella intende esercitare sino in fondo i poteri che la Costituzione gli assegna (è lui che «nomina» i ministri, «su proposta» del presidente del consiglio), preoccupano molto meno. Per la guida del ministro degli Esteri sono in corsa gli ambasciatori Giulio Terzi di Sant' Agata (eletto senatore di Fdi) e Stefano Pontecorvo, vicino allo stesso partito, oltre al numero 2 di Forza Italia, Antonio Tajani. Quest' ultimo ieri ha incontrato la Meloni, la quale ha avanzato la proposta di farsi affiancare da due vicepremier, che potrebbero essere lo stesso Tajani e Matteo Salvini, in modo da formare un terzetto di coordinamento politico del governo, utile alla futura premier anche per evitare "deragliamenti" da parte degli alleati. Ipotesi che, a quanto si è appreso, non escluderebbe l'assegnazione all'esponente forzista e a quello leghista di un dicastero importante. Dall'alto, Domenico Siniscalco (68 anni), economista e già ministro dell'Economia nel secondo e terzo governo Berlusconi; Daniele Franco (69 anni), banchiere e ministro dell'Economia nel governo Draghi; Fabio Panetta (63 anni), economista e membro del Comitato esecutivo della Bce. Sono tra i papabili nuovi ministri dell'Economia. Nello scontorno, il capo dello Stato Mattarella Per l'incarico di ministro dell'Interno, Salvini dovrà vedersela comunque con i prefetti Matteo Piantedosi, che fu il suo capo di gabinetto al Viminale, e Giuseppe Pecoraro, che sembrano avere più possibilità di lui. E per la Giustizia sono in ballottaggio il magistrato Carlo Nordio, appena diventato senatore di Fdi, e l'avvocato Giulia Bongiorno, rieletta nelle liste della Lega.
 

 

 

L'AGENDA DI MATTARELLA Sulla necessità di fare presto insiste Sergio Mattarella, che vuole vedere il nuovo governo insediato il prima possibile, in modo che possa scrivere la legge di bilancio e presentarla alle Camere in tempo per farla approvare entro la fine dell'anno. Ma per formare il governo servono le consultazioni, alle quali debbono partecipare i presidenti delle Camere, che non potranno essere eletti prima di giovedì 13 ottobre, giorno dell'apertura del parlamento. Per stringere i tempi occorrerà arrivare a quella data con un accordo di maggioranza già blindato. I nomi più accreditati per la presidenza del Senato sono quelli di Roberto Calderoli e Ignazio La Russa, mentre per la successione di Roberto Fico a Montecitorio si parla di Tajani, nel caso in cui non sia previsto per lui un incarico di governo, e di Giancarlo Giorgetti. Se queste cariche saranno elette nel giro di due giorni, Mattarella ha già fatto sapere che intende svolgere le consultazioni sabato 15 e domenica 16 ottobre, in modo che già a metà settimana il governo possa giurare, avere la fiducia delle Camere e iniziare a lavorare ai provvedimenti economici. Tre settimane da oggi sembrano tante, ma riuscire a fare tutto in così poco tempo sarebbe un mezzo miracolo.

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