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Governo, tagliati i tempi del giuramento: quando può nascere

Lorenzo Mottola
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La Marcia su Roma è uno di quegli eventi difficili da inquadrare correttamente dal punto di vista dei numeri: le cronache parlano di migliaia di partecipanti, eppure sono milioni gli italiani che nel Ventennio successivo hanno sostenuto di avervi preso parte. E si tratta di un fenomeno ricorrente nella nostra storia.

 

 

Alcune migliaia erano i partigiani, ma milioni sostengono di aver svolto una parte fondamentale nella Liberazione della penisola, moschetto a tracolla. E lo stesso sta succedendo oggi con la Meloni: solo ora torme di nostri connazionali si sono ricordate di esser sempre stati amici intimi di Giorgia, di aver sostenuto Fratelli d'Italia o di aver almeno seguito un corso di judo con Guido Crosetto. Tra i giornalisti in particolare, trovare qualche poveraccio che non si dichiari almeno cugino di terzo grado del premier in pectore è molto, molto complicato. Le similitudini tra i vari momenti storici, però, non si fermano qui. La coincidenza è questa: nei giorni tra il 27 e 31 ottobre ricorre proprio il centenario della Marcia su Roma. E proprio in quei giorni il nuovo governo di destra potrebbe insediarsi. Per una persona sana di mente, si tratta solo di una semplice coincidenza, mera curiosità accademica. Fatto sta, però, che visto il clima tutt' altro che sereno di questi giorni nella maggioranza entrante c'è chi si è posto il problema di evitare l'inquietante sovrapposizione, per evitare di prestare il fianco ai deliri di chi già ora si dichiara pronto alla resistenza contro l'esecutivo. Ovvio, ci sono ben altre faccende che rendono saggia l'idea di rendere l'avvicendamento al timone del Paese il più veloce possibile, la crisi del gas e altri appuntamenti fondamentali per la nostra politica estera (consiglio Ue del 20 ottobre, per esempio). Questo, però, non significa che la questione sia passata inosservata. Anche se ancora non è detto che si riesca nell'impresa.
 

 

 

L'ITER
Come noto, i neoeletti saranno accolti in Transatlantico e a Palazzo Madama il 10 ottobre, per svolgere la prima seduta il 13 ottobre. Il primo punto all'ordine del giorno sarà l'elezione dei presidenti delle due assemblee. Senza intoppi, la mattina del 15 ottobre potrebbero già essere in carica i nuovi presidenti di Camera e Senato. Ma non è affatto detto che vada così. Nei giorni scorsi era circolata l'idea che Fratelli d'Italia potesse cedere la presidenza di una delle due Camere all'opposizione, ma Forza Italia e Lega sarebbero contrari. Di conseguenza, in aula potrebbe servire superare le prime votazioni per arrivare a un'elezione a maggioranza semplice. E questa non è l'unica incognita.

Sembra che il Presidente Mattarella si sia reso disponibile a svolgere le consultazioni anche nel fine settimana del 15-16 ottobre. In questo caso Meloni potrebbe presentarsi al Quirinale già con la lista dei ministri pronta, come Berlusconi nel 2008. Si tratterebbe, però, di uno strappo alla prassi, che prevede un altro rapido giro di consultazioni da parte del Presidente del Consiglio incaricato. Uno strappo che potrebbe non essere concesso (sempre che la lista dei ministri sia pronta). Insomma, si potrebbe perdere altro tempo e di conseguenza si potrebbe cadere proprio nei giorni in cui Mussolini faceva il suo ingresso nella Capitale. La crisi isterica dei soliti noti dell'antifascismo italiano è praticamente scontata.

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