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Matteo Salvini ai suoi: "Senato e Viminale, io non mollo"

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A breve, l'attesissimo vertice a Villa Grande tra i leader del centrodestra, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Sul tavolo, in primis, le presidenze di Camera e Senato, per cui si voterà domani, giovedì 13 ottobre. Una prima importante verifica per il centrodestra e la sua compattezza. E le indicazioni della vigilia vertono verso due nomi: Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia per il Senato, Riccardo Molinari della Lega per Montecitorio.

Prima del vertice dei leader, però, il consiglio federale della Lega, presieduto proprio da Salvini mentre Berlusconi e Meloni si erano già ritrovati a Villa Grande. E ai suoi, il leader del Carroccio avrebbe detto, secondo quanto rilancia l'agenzia di stampa Agi: "Sulla presidenza del Senato e sul Viminale non mollo".

Parole dall'elevatissimo peso specifico, perché la partita, stando ai rumors, si dava quasi per chiusa: La Russa a Palazzo Madama mentre il prefetto Matteo Piantedosi planerebbe verso il ministero dell'Interno.

Salvini e la Lega, invece, vogliono almeno il Senato. In particolare Roberto Calderoli, "un nome autorevole", come ha spiegato il vicesegretario della Lega, Crippa, al termine del consiglio Federale. Più complesso, al contrario, il sentiero che potrebbe portare un leghista al Quirinale. Per certo, dopo il consiglio federale della Lega, l'accordo non sembra vicino così come poteva sembrare soltanto pochi minuti prima.

E ancora, dopo il federale, fonti della Lega fanno trapelare che "Salvini non vede l’ora di cominciare a occuparsi dei dossier di governo. Il segretario ha spiegato che se verrà chiesto alla Lega di occuparsi di temi fondamentali come economia, sicurezza, opere pubbliche e autonomia sappiamo come farlo e con chi farlo”. E ancora: "Per Salvini sarà un onore”.

 

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