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Giorgia Meloni, Sallusti: un colpo di Stato, come ha sovvertito il disordine

Giorgia Meloni

Alessandro Sallusti
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Ebbene sì, questo è un "colpo di Stato" sia pure all'incontrario, un sovvertimento di quel disordine costituito che è stata la melassa politica e culturale che ha avvolto l'Italia nell'ultimo decennio. Melassa nella quale la sinistra, non avendo la forza elettorale di imporre la propria visione, si augurava di sguazzare e campare all'infinito. Dopo aver ascoltato il discorso con cui Giorgia Meloni ha chiesto la fiducia alla Camera possiamo dire che abbiamo dopo anni cupi un governo capace o no lo vedremo- con una identità chiara e un programma preciso che va oltre scadenze e contingenze.

 

 

Un governo di destra? Certo, di una destra moderna, repubblicana, occidentale ed europeista, tutte parole che da ieri escono dal limbo della retorica e iniziano a prendere forma e contenuti. Funzionerà? Giorgia Meloni lo ha detto chiaro al termine del suo intervento: «A volte falliremo ma non indietreggeremo e non tradiremo», che poi è la continuazione dello slogan, rubato a Tolkien, con cui chiuse la campagna elettorale in piazza del Popolo a Roma che recitava «verrà il giorno della sconfitta ma non è questo».

 

 

Già, ieri è stato il giorno della vittoria su chi scommetteva sulla prima scivolata della neo premier per quello che avrebbe detto e soprattutto per ciò che avrebbe evitato di dire (vedi la voce fascismo). Stolti e illusi, non hanno letto Oscar Wilde: «Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto». Anche di dire durante una pausa del discorso più importante della sua vita all'orecchio di Salvini che le sedeva accanto "sto a morì", provata dalla tensione e quasi infastidita dai continui applausi che le facevano perdere tempo e filo.

E allora noi diciamo "anvedi questa che forza", ma adesso anche basta con la Giorgiamania, peraltro da lei non cercata. Oggi bis al Senato, poi la solita e inevitabile lite con gli alleati per spartire le poltrone di sottogoverno e infine speriamo, dopo tante parole, finalmente un fatto concreto come prima pietra di un castello, il castello del buon governo delle destre, che non scordiamolo, né sottovalutiamo, è ancora tutto da costruire.

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