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Meloni, Serracchiani: "Ritiratela", ora vuole dare lezioni al premier

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Debora Serracchiani, come tutti i compagni del Partito democratico, difende i rave party. Dopo il caso di Modena la sinistra si è sollevata prendendo le parti dell'illegalità. Non a caso la capogruppo dem alla Camera ha attaccato il governo di Giorgia Meloni. Il motivo? L'esecutivo ha deciso, in caso di raduni illegali, la confisca degli oggetti utilizzati durante l'occupazione, la reclusione da 3 a 6 anni, multe da 1.000 a 10.000 euro. Eppure per la Serracchiani non si tratta di una priorità. 

"L’inflazione al 12 per cento, povertà e disuguaglianze in aumento, bollette alle stelle, ma la priorità del governo Meloni è l’introduzione di una norma che limita la libertà di riunione e che nulla c’entra con i rave, per i quali le norme già esistono e vanno applicate". Addirittura arriva a definire il nuovo reato "un obbrobrio giuridico ed è lesivo dei principi costituzionali, a cominciare dallo strumento del decreto legge".

Per di più - prosegue - "la fattispecie è così generica da poter essere applicata a qualsiasi mobilitazione dei cittadini e la pena è così elevata da consentire il ricorso alle intercettazioni". Ecco poi la stoccata a Carlo Nordio: "Ma il ministro non voleva depenalizzare (e abbiamo un reato nuovo di larga applicazione) e non voleva ridurre le intercettazioni (e ne consentiremo di più)?". Da qui la conclusione al vetriolo, o meglio, la sparata: "È chiaro il messaggio che la destra al governo dà al Paese: non tollereremo il dissenso. Tutto ciò è molto grave e in Parlamento daremo battaglia contro questa inaccettabile deriva da Stato di polizia. La norma va ritirata". 

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