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Elly Schlein "offre" il suo Pd al M5s: "La grande battaglia che manca"

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Elly Schlein, deputata Pd ed ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna, potrebbe essere la prossima segretaria del Partito Democratico. Non ha la tessera, ma sembra decisa ugualmente a cambiare il logorato partito di Enrico Letta già a partire dall'Assemblea di sabato che deciderà la strada del Congresso. L'obiettivo è di inchiodare i dirigenti del Pd alle loro responsabilità nella debacle elettorale e quindi sterzare a sinistra con l'obiettivo di recuperare consensi soprattutto tra i grillini.

Ma c'è il rischio che così si spacchi definitivamente quel che rimane del Partito Democratico. "I grandi cambiamenti non si muovono sulle spalle di traiettorie individuali ma di mobilitazioni collettive", ha detto a Stefano Cappellini che la ha intervistata per Repubblica quando le chiedono se effettivamente si candiderà o no: risposta che, francamente, si stenta a comprendere. Ma tant'è, per la Schlein servono mobilitazioni collettive che riportino i dem con i piedi per terra, tra la gente che fa fatica a campare e che aspetta risposte. "È mancato il lavoro su politiche redistributive della ricchezza, del sapere e del potere", ha tuonato dalle colonne di Repubblica.

"La sinistra non è riuscita ad anticipare le grandi trasformazioni che stanno spaventando le società. L'aumento delle diseguaglianze, gli effetti sul lavoro delle innovazioni tecnologiche, l'emergenza climatica che mette a rischio il pianeta", si è sfogata la Schlein.  Ma soprattutto la sinistra ha commesso un clamoroso errore che sta ancora pagando. "La sinistra ha governato a lungo senza agire sulle cause profonde della precarietà del lavoro. Con il Jobs Act", insiste, "si è commesso l'errore di abbandonarsi al mantra neoliberista della disintermediazione". 

 

Correndo dietro alle battaglie del Movimento Cinque Stelle nel tentativo di recuperare consensi tra le classi più svantaggiate, Elly Schlein difende anche il Reddito di cittadinanza. "Al governo dico: giù le mani", tuona la dem. "Senza questo strumento, in pandemia avremmo avuto un milione in più di persone in povertà". "È migliorabile", aggiunge anticipando gli altri interventi che ritiene necessari. Bisogna  "limitare il ricorso ai contratti a termine e alzare subito i salari, il taglio del cuneo va fatto a favore del lavoro", dice a Repubblica. E ancora: "Introdurre il salario minino, una grande battaglia mancata in questi anni. Siamo l'unico Paese dove gli stipendi sono diminuiti negli ultimi 30 anni. Serve un nuovo Statuto dei lavoratori, la sinistra del 2023 non può non vedere che l'innovazione tecnologica ha facilitato i processi produttivi ma aumenta le diseguaglianze. Se non facciamo una legge sulla rappresentanza non spazzeremo via i contratti pirata. Il problema del precariato è legato anche alla sicurezza sul lavoro, serve un grande investimento, non è accettabile morire né di lavoro né di stage". Insomma, il programma della Schlein è chiaro: appiattire il Pd al M5s.

 

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