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Silvio Berlusconi, il grande saggio dai colpi di genio: cosa aspettarci da lui

Giancarlo Mazzuca
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Non c'è che dire: nonostante l'età avanzata (86 anni), Berlusconi è stato uno dei grandi protagonisti del Palazzo di questo 2022 che sta per essere archiviato. Anche se un anno fa sperava davvero di salire sul Colle al posto di Mattarella, oggi ha comunque consolidato il ruolo di "grande saggio" del centrodestra dopo la vittoria elettorale del 25 settembre che ha portato Giorgia Meloni al governo. Intendiamoci, come ho sottolineato nel libro che ho appena scritto con mio fratello Alberto (Silvio in rosso e nero, Baldini + Castoldi), il Cavaliere sta continuando a mordere il freno perché avrebbe voluto chiudere in bellezza la sua carriera politica con un incarico di grandissimo prestigio.

Ecco perché, nell'estate scorsa, aveva deciso di staccare la spina al governo Draghi sperando così di poter tornare al potere con un ruolo personale di primo piano. Il suo progetto è andato in porto solo a metà, al di là del grandissimo successo ottenuto dal centrodestra: la nuova inquilina di Palazzo Chigi, pur riconoscendo al Cavaliere molti pregi, per il momento non gli ha dato alcun incarico da "numero uno". La nuova premier ha voluto subito chiarire che, a dispetto della veneranda età e della conseguente saggezza del decano della coalizione, l'ultima parola sarebbe sempre spettata a lei.

 

Tanti anni fa (nel 1995), avevo chiesto a Montanelli perché Silvio avesse deciso di entrare in politica. Indro mi rispose che il suo editore d'allora era stato costretto a fare quella scelta. In effetti, il Cavaliere si era reso conto che la fine della Prima Repubblica l'aveva privato dei suoi sostegni politici, a cominciare dal socialista Craxi e dalla destra Dc. Ma oggi in che modo il più grande testimone del Novecento avrebbe commentato l'attuale ritrovato attivismo politico di Berlusconi? Sono convinto che avrebbe dato una risposta diversa da quella di allora: avrebbe detto che Sua Emittenza voleva chiudere in bellezza su tutti i fronti e non solo su quello economico.

 

Lo scrittore Marco Belpoliti era nel giusto quando sottolineò che il nocchiero di Forza Italia avesse «il complesso di Peter Pan, quello dell'eterno ragazzo capace di cavare dal proprio irresistibile repertorio attoriale l'ennesima maschera, che si calerà sul viso». Non a caso, sin da giovane, Berlusconi ha ammirato Erasmo da Rotterdam che ha sempre preferito i colpi di genio ad una saggezza più razionale. 

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