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Soumahoro, la verità nascosta: quello che nessuno ha mai detto

Alessandro Gonzato
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Novanta giorni di scandali, supercazzole e sbertucciamenti. Buon per lui che ad offuscarli un po', per ora, è arrivato il Qatargate. Da ragazzo Aboubakar Soumahoro ha scritto la tesi sulla "condizione dei migranti nel mercato del lavoro italiano" e vent' anni dopo s' è scoperto che la moglie e la suocera, a capo di due coop di lavoratori migranti a Latina, i migranti non li pagavano. Nel mentre Libero ha scoperto i selfie della moglie Liliane, con vestiti e borse di lusso - se è finito il pane i migranti mangino brioche - e da lì il soprannome Lady Gucci. Povero Abou: ce l'hanno tutti con lui, non perché è piccolo, ma solo perché è nero, ha detto così nel mitologico video in cui finge di piangere (altro che Dan Harrow che all'Isola dei Famosi confessa alla sua di moglie di aver rubato i cestini perché aveva fame) e giura che degli affari di consorte e suocera non sapeva nulla. Su La7 Abou per la moglie ha invocato il "diritto all'eleganza", e pochi giorni dopo - bomba-bombastica di Dagospia - s' è scoperto che la moglie (o compagna, non s' è ancora capito) per sé rivendicava anche il diritto alle foto erotiche (e ci mancherebbe), ne sono spuntate una manciata e chissà se Abou stavolta ne era conoscenza. Così come della provenienza degli stivali di gomma sporchi di fango con cui ha fatto il suo show entrando il primo giorno in parlamento da deputato di Verdi e Sinistra Italiana: è saltato fuori un ex socio della Lega Braccianti che ha detto che quegli stivali sono suoi. «Ridammeli, mi servono per lavorare».

 

 

 

Di recente s' è scoperto anche che Abou, anche questo l'ha detto lui, s' è comprato un villino da 450mila euro coi proventi di un libro che ha venduto appena 9mila copie; che ha lanciato una colletta vestito da Babbo Natale per comprare i regali ai bimbi del ghetto foggiano di San Severo dove però il prete ha detto che di bimbi non ce ne sono e quindi gli ex soci si chiedono cosa ne abbia fatto di quei soldi; e poi ancora gli ex soci lo accusano di aver pagato 50 euro a clic i braccianti di San Severo per scioperare e farsi i video con lui. Il 2022 per Soumahoro sarà anche stato l'anno in cui è diventato parlamentare, 8mila euro al mese, e però quante scoperte. Quante delusioni.

 

 

 

L'hanno scaricato tutti: i padri putativi Bonelli e Fratoianni che dopo averne fatto il paladino degli ultimi non gli parlano più; quelli del Pd hanno cancellato il numero; in parlamento, se non per il tempo necessario a votare, attorno al deputato ivoriano non si siede più nessuno. Di lui non parla più Marco Damilano che da direttore dell'Espresso aveva accompagnato Abou all'udienza generale del Papa e s' è scoperto che a dispetto dei racconti non c'è stata alcuna udienza privata, solo un seflie in piazza. L'Espresso a Soumahoro non dedica più una copertina perché quella in cui l'ivoriano era un uomo perché difendeva i migranti e Salvini no, be', basta e avanza. Per fortuna di Abou il 2022 è finito. Altrimenti chissà quante altre scoperte, tra suocera e moglie. Certe cose meglio non saperle. Buona fine Aboubakar. E buon inizio. Gli ultimi tre mesi sono stati una stivalata. Per lei e per la sinistra, che già non se la passava troppo bene.

 

 

 

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