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Licia Ronzulli: "Basta chiacchiere sul governo. Anche se con la Lega..."

Salvatore Dama
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Senatrice Ronzulli, dopo i primi mesi di legislatura segnati dall’urgenza di approvare la manovra, la maggioranza avrà un momento di assestamento?
«Parlare di assestamento presuppone una precedente fase di incertezza e confusione. Io penso invece che in soli tre mesi abbiamo fatto cose importanti, muovendo già i primi passi per realizzare quelle riforme che hanno rappresentato il muro portante del nostro programma di governo».

Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Forza Italia, risponde da Hammamet, dove una delegazione “azzurra” sta rendendo omaggio a Bettino Craxi nell’anniversario della sua morte.

C’è chi accusa Giorgia Meloni di accentrare troppo il processo decisionale. Che capacità ha Forza Italia di incidere nelle scelte del governo?
«In questi primi tre mesi, Forza Italia ha già dato prova di dare il suo decisivo contributo e di arricchire l’azione di governo. Ottenere l’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli ultra 75enni, la decontribuzione per le imprese delle assunzioni dei giovani, la proroga del superbonus al 110% fino al 31 dicembre, mi sembra una prova sufficiente del nostro ruolo decisivo e costruttivo».

È di queste ore la notizia del passaggio di un assessore lombardo da Fi alla Lega. Quali sono i rapporti con l’alleato? Nel centrodestra è venuta meno la regola per cui non ci si “ruba” a vicenda la classe dirigente?
«Di solito si rubano cose preziose e io ritengo che chi decide di lasciare un partito solo perché non ha la garanzia dell’elezione, ha paura di misurarsi con gli elettori e di scendere in mezzo alla gente, ha davvero poco valore. Detto ciò, riteniamo di aver subito uno sgarbo. Tra alleati queste cose non dovrebbero succedere, perché se uno ruba dal carrello della spesa di un amico non si ottiene un grande risultato. Bisogna essere bravi a individuare nuova linfa e nuove leve, magari nella società civile».

Il progetto di partito unico, proposto dal presidente Berlusconi, è stato accantonato?
«Era una visione, un’idea di futuro da parte del presidente Berlusconi, che ha sempre visto le cose in grande, realizzandole. Penso a Milano 2, alla creazione di un colosso televisivo sorto da piccole tv di quartiere, al Milan, alla discesa in campo con Forza Italia, e le sue grandi vittorie».

Cosa del tema dell’Autonomia differenziata merita un surplus di approfondimento?
«C’è stato già un accordo all’interno della maggioranza che, come chiesto da Forza Italia, si basa sull’assoluta necessità di evitare distinzioni fra cittadini di serie A e serie B. Il testo che sarà approvato da uno dei prossimi Consigli dei ministri sarà equilibrato, poi l’ultima parola toccherà al Parlamento, che avrà comunque la possibilità di modificarlo». 

È stato un errore di comunicazione dare la colpa ai distributori che speculano, dopo aver deciso di non confermare il taglio delle accise?
«Certo, alcuni aspetti della comunicazione hanno lasciato a desiderare, facendo intendere che a essere nel mirino fossero i benzinai. L’importante è poi aver chiarito le cose. Speriamo che il governo possa trovare delle soluzioni per scongiurare lo sciopero del 25 e del 26 gennaio, perché non fa bene a nessuno. Neanche ai gestori delle pompe, che di fatto perdono due giorni di lavoro».

La giustizia rimane un tema divisivo. I giudici difendono lo strumento delle intercettazioni, dopo che il ministro Nordio ha annunciato l’intenzione di una riforma. 
«Chiariamo subito che nessuno mette in discussione l’utilità e la necessità delle intercettazioni nelle inchieste di mafia, terrorismo e corruzione. Sono gli abusi, le pubblicazioni illecite e arbitrarie, spesso nei confronti di persone non coinvolte dalle indagini, a rappresentare una barbarie. Negli ultimi trent’anni sono state distrutte vite e carriere, infangate persone, offesa l’onorabilità di innocenti. È ora di mettere fine a tutto questo. Però sarebbe anche ora che l’Anm mettesse da parte il suo corporativismo e cessi di mettersi pretestuosamente di traverso a ogni genere di riforma». 

Torna d’attualità la questione-balneari. Si va verso una proroga delle concessioni, anche se l’Ue aveva chiesto una liberalizzazione del settore? 
«Lo spero. Forza Italia ha presentato due emendamenti per prorogare fino a tutto il 2024 o il 2025 le concessioni in scadenza al 31 dicembre’23. Non dobbiamo dimenticare che le imprese balneari rappresentano un tessuto importante per il turismo e l’economia del Paese, e che spesso sono realtà a conduzione familiare». 

La storia non ha ancora offerto un giudizio univoco sulla figura di Craxi: statista o latitante? 
«È stato uno statista e un riferimento di autorevolezza e di riformismo autentico, capace di cambiare l’Italia. Ed è anche il simbolo di quanto male possa arrecare il lato peggiore della giustizia. La sua drammatica esperienza personale parla ancora di un accanimento che ha condizionato la storia del nostro Paese».

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