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Il sondaggio, "Meloni più Fratoianni": cala la scure sulle toghe?

Arnaldo Ferrari Nasi
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C’è un tema che unisce gli italiani come pochi altri: la giustizia e la necessità di una sua radicale riforma. Come si è già visto, infatti, circa l’ottanta per cento degli italiani, oggi, come da diversi anni, chiede che la Giustizia italiana venga seriamente ristrutturata. La Riforma dell’ex guardasigilli Cartabia ha in parte recepito le istanze che vengono dai cittadini. Ad esempio, lo “stop alle porte girevoli”, ovvero la collocazione a ruoli amministrativi e non giudicanti di magistrati al rientro dall’esperienza elettorale.

 

 

 

Dal sondaggio realizzato attraverso un campione rappresentativo di mille intervistati, il 78% - ovvero più di tre quarti - si è detto molto favorevole o abbastanza favorevole quando è stato chiesto loro se «i giudici che decidono di entrare in politica, devono prima dimettersi dalla magistratura». Tra le più importanti critiche fatte dalla stessa Magistratura alla suddetta riforma, è quella relativa alla valutazione professionale. Resistenze di questo tipo sono tipiche degli ambiti corporativi, si è visto in molti ambiti della Pubblica Amministrazione, dove, ad esempio, una seria valutazione dovrebbe essere realizzata sempre attraverso enti certificatori esterni, e non da propri impiegati, come quasi sempre avviene.
 

 

I SINGOLI PARTITI

Proprio sul tema, ma anche a più alto livello, visto che si parla di Consiglio superiore della magistratura, per il 71% «i giudici dovrebbero essere controllati da un organo indipendente, non composto da altri magistrati loro colleghi, come avviene ora». Richiesta che arriva in maggior misura dagli elettorati della Lega (81%) e di Fratelli d’Italia (79%), ma anche da quelli dall’Alleanza Verdi Sinistra (76%) e dal Movimento 5 Stelle (73%). Il 74% del campione intervistato ritiene che «i magistrati che sono eccessivamente lenti nel svolgere le loro funzioni e fanno uscire gli accusati per decorrenza dei termini, devono venire allontanati dalla Magistratura». Anche in questo caso, a livello politico, si rileva lo schema precedente, ma con punte ancora più alte, come quella dell’alleanza Verdi Sinistra all’82%, praticamente a livello di chi si sente di destra (84%).

 

 

 

Già nei primi anni 2000, anche a seguito di alcune dichiarazioni di Silvio Berlusconi, si parlò di prevedere in un’eventuale riforma dell'ordinamento effettuare dei test psico-attitudinali per capire se, nelle aspiranti toghe, non ci fossero anomalie mentali. Prevedibilmente, si scatenò il putiferio. Come anche quando, nel 2009, un servizio della tv berlusconiana giudicò come «stranezze» quelle del giudice Raimondo Mesiano, che indossava calzini azzurri su scarpe bianche. AnalisiPolitica si occupò della questione con un sondaggio: rilevò che per il 53% «i magistrati, vista la responsabilità che hanno, dovrebbero essere periodicamente controllati anche a livello psicologico». Oggi questo dato è arrivato al 72%.

 

 

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