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Schlein, Matteo Renzi gongola: "Per noi è fantastico"

Matteo Renzi

Francesco Storace
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Lo hanno già accusato di aver violato chissà quante leggi, che stavolta non si pone più il problema. Matteo Renzi punta il codice della strada per sorpassare “a destra” il nuovo Pd di Elly Schlein. È una Pasqua in questi giorni, il leader di Italia Viva e condomino di Carlo Calenda nel Terzo Polo, con cui ieri sera ha deciso di dare il via al progetto comune in vista delle elezioni europee del 2024. E si è fatto anticipare dalla sua consueta e-news settimanale per sperticarsi in elogi interessati alla nuova leader del Pd. Che assomiglia a una casellante autostradale che gli alza la barriera per passare. Renzi sogna la radicalizzazione del Pd, la concorrenza spietata tra il Nazareno e il M5s di Giuseppe Conte e spazi ampi, praterie, per il suo tentativo di incunearsi con un polo alternativo tra destra e sinistra.

IL MESSAGGIO - «La vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd cambia la politica italiana. Voglio farle i complimenti perché vincere le primarie con un milione di partecipanti richiede tenacia e coraggio. E ovviamente complimenti anche a Stefano Bonaccini per la battaglia leale. Ma al di là degli aspetti personali la questione è politica. Ciò che è avvenuto è molto importante. Il Pd diventa un partito di sinistra-sinistra che compete direttamente con il Movimento 5Stelle e assorbe i partitini di sinistra radicale. Non si tratta di esprimere un giudizio di merito, dire se si è d'accordo o meno: è un dato di fatto che la vittoria di Schlein cambia la pelle del Pd». Sembra quasi che gli elettori ai seggi li abbia accompagnati Italia Viva, datemi una possibilità portando altrove il partito.

 

 

Un messaggio per sedurre quadri dirigenti ed elettori scontenti di una svolta che è stata inaspettata per molti anche se non per tutti. E poi la stoccata sulle riforme con cui l’ex premier aveva caratterizzato la propria esperienza di governo: «Amici, il Pd del Jobs Act e degli 80 euro, di Industria 4.0 e dello “Sblocca Italia”, del garantismo e delle riforme su diritti civili e sociali non c'è più. C'è un altro Pd. Migliore? Peggiore? Più forte? Più debole? Chissà. Non ci interessa, adesso. È un altro Pd, punto». E poi allarga ancora di più il solco: «A questo nuovo Pd che parla un linguaggio diverso sul reddito di cittadinanza, sul nucleare, sulla politica estera, sulle tasse non possiamo che augurare buon lavoro con il rispetto di chi vede finalmente chiarito che ci sono due strade diverse».

Quale sarà la prospettiva politica a sinistra? È proprio Renzi a vaticinarla: «Ormai lo spazio politico del nuovo Pd è sulla frontiera dei 5Stelle, non sulla nostra. E infatti il Conte del “vi facciamo rifare la casa gratuitamente perché tanto paga lo Stato” è già preoccupato. Sarà cruenta la battaglia a sinistra tra Schlein e Conte. Noi siamo altro, siamo altrove. Per chi crede nel riformismo anziché massimalismo, nel creare lavoro anziché nei sussidi, nel firmare le leggi sui diritti civili anziché nel farci i convegni, nell’aumentare lo stipendio a operai e professori anziché organizzare le proteste, oggi» conclude Renzi «lo spazio che si apre è fantastico».

 

 

SCELTA DI CAMPO  - Resta da vedere se il suo progetto avrà gambe sufficienti a percorrere una strada che comunque non sarà priva di difficoltà. È vero che Italia Viva condivide un interesse comune con Azione di Carlo Calenda, ma spesso i due leader si trovano in disaccordo e questo può minare il cammino che dicono di voler intraprendere. Poi, dovranno fare una scelta di campo definitiva, che non potrà più coincidere con la sinistra, incapsulata nel territorio radicaleggiante. Per fare un Terzo Polo autentico anche dal punto di vista numerico, servono ampi consensi elettorali. E la prova recente della Lombardia non è stata così fortunata. Ma è anche vero che non c’era ancora all’orizzonte madame Schlein. Se la nuova leader fa davvero quello che ha promesso ai suoi supporter, il divario col Terzo polo si accentuerà sempre più. E forse sarà inevitabile il dialogo con chi governa oggi. Ma questa è un’altra storia: è ancora presto per anticiparla.  

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