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Gribaudo, la fedelissima della Schlein: "Dare casa agli immigrati"

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Mirko Molteni
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Dopo l’elezione di Elly Schlein, alfiere di una corrente che in altri tempi si sarebbe detta “massimalista”, a segretaria del Pd, l’approdo alla carica di presidente del partito del governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini pareva un atto equilibratore a beneficio della corrente più moderata. Ma non sembra tale l’elezione, ieri, a vicepresidente del partito, in sostanza vice di Bonaccini, di Chiara Giribaudo, che non è certo meno a sinistra della Schlein e che condivide la carica con Loredana Capone. Consideriamo quanto la Giribaudo ha dichiarato nelle scorse ore a Repubblica, intervenendo sulla tragedia di Cutro. Ha, in sostanza, detto che agli immigrati andrebbero garantiti subito lavoro e casa gratis. Con tutto ciò che, intuibilmente, comporterebbe nei confronti dei disoccupati italiani, ma anche dei disoccupati stranieri presenti da anni regolarmente sul nostro territorio, i quali si vedrebbero “scavalcati” dai nuovi arrivati. Con in più la beffa di doversi pagare, come tutti, la casa di tasca propria, mentre per gli immigrati delle nuove ondate il tetto sulla testa sarebbe dovuto, a prescindere, da parte di chi assume.




La Gribaudo ha dichiarato: «Serve un decreto flussi per accessi regolari e sicuri, che tengano conto anche dei fabbisogni del sistema Italia, specie del lavoro stagionale. Bisognerebbe prevedere l’alloggio a carico di chi assume, compensando ad esempio con detrazioni fiscali. Poi vanno coordinati con l’Europa corridoi umanitari e va abolito il decreto contro le Ong». Non è una scoperta, che gli industriali abbiano spesso aiutato i loro dipendenti a trovare alloggio, basti pensare ai villaggi operai che oltre un secolo fa, attorno al 1870-1900, sorsero accanto a grandi stabilimenti, come Crespi d’Adda o i quartieri De Angeli-Frua a Omegna e a Milano. Ma allora era una libera scelta degli imprenditori per attirare manodopera dalle campagne, la quale comunque contribuiva alle spese per l’alloggio. Oggi, elevare a sistema, con tanto di incentivi fiscali, l’idea della casa fornita dalle imprese ai lavoratori stranieri sembra una corsia preferenziale che metterebbe in ulteriore difficoltà i disoccupati italiani che dovessero avere problemi di trasferimento a grande distanza per trovare una nuova occupazione, con necessità di trovarsi una ca sa.



Gli italiani se la devono cercare e gli stranieri se la trovano pronta? D’accordo la commozione umana per i morti, ma non pare la soluzione giusta creare tappeti rossi per gli ultimi arrivati nel Belpaese, a dispetto delle genti che lo hanno edificato nei secoli. Quanto poi alle battute della neo-vicepresidente Pd contro la «solita propaganda securitaria di destra», i fatti di cronaca anche degli ultimi giorni, specie in zone come la Stazione Centrale di Milano, sembrano fin troppo concreti, altro che propaganda.

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