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Marcello Sorgi smaschera Schlein: "Chi ha chiuso in una stanza"

 Marcello Sorgi

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La "cosa" rossa è realtà. Parola di Marcello Sorgi che nel suo editoriale su La Stampa spiega che "al congresso della Cgil, padrone di casa Landini, che sabato sarà riconfermato segretario del maggior sindacato italiano, il «campo largo» di cui si parla da tempo si è materializzato con i leader del centrosinistra, da Calenda a Fratoianni, passando per Conte e - manco a dirlo - Schlein, seduti uno accanto all'altro sul palco". Vero, continua il giornalista che nessuno di essi ha ufficialmente "preso impegni per il futuro" ma "di buona volontà se ne è vista, chissà che non possa servire per le prossime amministrative d'autunno, dove, senza costruire una coalizione, la sconfitta sarebbe nuovamente assicurata", prosegue Sorgi.

 

 

Secondo Sorgi "le difficoltà ci sono" ma "l'ingresso in scena della nuova segretaria del Pd ha introdotto una novità che può funzionare, nel bene e nel male". Nel bene, spiega l'editorialista, perché la Schlein "sta rivelando giorno dopo giorno un pragmatismo insospettabile e una testardaggine imprevedibile alla vigilia delle primarie" e ieri sera 16 marzo è riuscita a convincere i suoi interlocutori a "chiudersi in una stanza e non uscirne fino a che non fossero state individuate una serie di parole d'ordine comuni".

 

 

Nel male, invece, conclude Sorgi, "c'è il solito problema delle gelosie e dei consensi da difendere. Qui bastava misurare l'applausometro, che ha premiato ampiamente Schlein a dispetto degli altri ospiti, per capire che il progetto di riportare a casa i voti sfuggiti dal Pd verso i 5 stelle, anche in un ambito tradizionalmente di sinistra come quello della Cgil, non è affatto campato in aria. E Schlein, mentre si impegna per la costruzione del 'campo largo' in prospettiva delle elezioni comunali, vorrà certamente approfittare dell'occasione di vedere il Pd risalire a percentuali ormai dimenticate, ben oltre il 20 per cento, alle prossime Europee".

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