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Gianmarco Medusei: "Crimini dei partigiani", linciato per una frase

 Gianmarco Medusei

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Guai a mettere in discussione il valore dei partigiani e a calare qualsivoglia ombra sul mito della resistenza. Non importa se la storia si sia incaricata di rilevare i crimini di alcune brigate garibaldine, è vietato parlarne. Lo sa bene, Gianmarco Medusei, presidente del consiglio regionale della Liguria, il quale in occasione di una seduta per l’anniversario della Liberazione, ha osato far cenno anche agli eccidi compiuti anche dai partigiani. Medusei ha parlato di «parentesi tragiche della Resistenza» e ha aggiunto che ci fu «chi si macchiò di crimini orrendi che infangarono valorosi combattenti».

 

 

Dall’eccidio di Porzus, ai massacri perpetrati nel famigerato triangolo della morte in Emilia o in molte zone del Veneto, si tratta di episodi noti e accertati. Niente da fare. Subito si è scatenata la furibonda reazione degli indignati di professione tra i partiti progressisti, associazioni partigiane e sindacati. Pd, M5s e le altre liste di sinistra hanno chiesto le dimissioni di Medusei sostenendo che «parlare di eccidi da parte dei partigiani e dire che tutte le morti vanno onorate allo stesso modo è uno sfregio alla Resistenza».

 

 

Per l’Anpi Genova si tratta dell’«ennesimo tentativo revisionista degli esponenti della destra italiana». Mentre Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista insiste che «Medusei dovrebbe dimettersi immediatamente». Un fuoco di fila che ha costretto il presidente del Consiglio regionale ha fare retromarcia: «Ho usato una frase non appropriata al contesto non avendo avuto modo di sviluppare i concetti che avrei voluto in quei pochi secondi di intervista», ha dichiarato il leghista. Aggiungendo però che «non si può neppure negare, oggi che la Resistenza mostrò anche parentesi tragiche e lontane dall’intento nobile per cui era sorta. Ci fu anche chi si macchiò di orrendi crimini e rappresaglie, che infangarono i tanti valorosi combattenti che scesero sul campo di battaglia non certo per portare altro terrore, o magari per imporre un diverso regime». 

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