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Berlusconi, la profezia del cuore di Forza Italia: "La guida del partito..."

Fabio Rubini
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Il giorno dopo la convention che ha rilanciato l’azione politica di Forza Italia, Antonio Tajani torna a vestire i panni di ministro degli Esteri e unisce i puntini della querelle con la Francia. Le parole del ministro dell’Interno d’Oltralpe, Gerard Darmanin, sull’incapacità dell’Italia nella gestione del fenomeno migratorio, non sono state ancora digerite. Anzi. Tajani va in tv, ospite a “Mezz’ora in più” su RaiTre e spiega: «L’unica cosa che non posso accettare è che venga offesa l’Italia. Io, come ministro degli Esteri, devo difendere con grande fermezza e determinazione la dignità di 60 milioni di italiani che nessuno può infangare». Poi ricorda che, proprio per questa vicenda, non è andato a Parigi «dove ero stato invitato dal ministro degli Esteri».

E che pur essendo «profondamente amico della Francia», per iniziare a ricomporre le relazioni con quel Paese «mi auguro che ilgoverno francese cambi posizione, arrivino delle scuse e delle indicazioni di differenziazione rispetto alle scelte del ministro degli Interni e sarò ben lieto di accoglierle».

 


NO AI PASSI INDIETRO
Insomma nessun passo indietro da parte del capo della diplomazia italiana, che ribadisce: «Noi siamo sempre stati corretti con Parigi, ma ci siamo trovati di fronte a un attacco inaccettabile», portato con «parole altrettanto inaccettabili non solo nei confronti del presidente del Consiglio e del governo, ma anche dell’Italia». Tajani, poi, ha rimarcato come, fortunatamente, in questa vicenda «anche il Pd e il Movimento Cinquestelle hanno dato ragione a noi e hanno detto ai francesi che sono questioni interne. Mi auguro- ribadisce il ministro degli Esteri- che non tutti i componenti del governo francese la pensino come il ministro degli Interni».

La tensione con la Francia, dunque, resta alta. E l’attivismo in Africa del nostro Paese non sta irritando non poco proprio gli “amici” francesi. Del resto a ricordare l’importante ruolo del nostro Paese nel continente africano è stato lo stesso Tajani. In un’intervista ad Avvenire, il vice premier ha spiegato che «Con il Piano Mattei che verrà lanciato in autunno durante il summit Italia-Africa, il governo intende rilanciare i rapporti con i Paesi africani e dare all’Italia un ruolo di primo piano. Oggi più che mai occorre una visione strategica dei nostri rapporti con l’Africa ed un’azione ispiratrice e di stimolo all’interno della Ue». E ancora: «Il governo sta puntando molto sulla “diplomazia della crescita”, sostenendo le imprese nelle loro esportazioni e difendendo il made in Italy. Siamo convinti che il partenariato economico con il Continente africano debba fondarsi, oltre che sull’interscambio commerciale, anche sulla promozione di investimentiproduttivi e di nuove opportunità imprenditoriali». Tutte cose che, è evidente, infastidiscono i piani della politica estera francese.

 


SILVIO RESTA QUI
Tornando alla convention di Forza Italia, Tajani ha voluto puntualizzare un paio di concetti. Primo fra tutti il ruolo futuro di Silvio Berlusconi: «Berlusconi ha detto “io ci sono”, non “me ne vado”. Non ci pensa per niente a lasciare la guida di Forza Italia o ad abbandonare la politica del nostro Paese». Un impegno, quello del Cav e del partito che ha portato «Forza Italia ad essere quello che è cresciuto di più nei sondaggi in questi dieci mesi di governo. Segno - spiega Tajani - che gli italiani hanno percepito che siamo seri, credibili, affidabili, responsabili e leali. Credo che tutti i ministri di Fi abbiano fatto bene il loro lavoro da ottobre a oggi e questo si vede nei risultati».

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