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Soumahoro scrive a Mattarella: "Troppo razzismo, Italia a rischio"

Alessandro Gonzato
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Calmate Abou. Chi gli vuole bene intervenga. Delle due l’una: o Soumahoro soffre della sindrome del beneficiato rancoroso, e spiegherebbe perché nell’Italia che lo ha eletto in parlamento e arricchito vede razzisti e camicie nere ovunque, oppure dite a chi lo (mal) consiglia che la strategia è politicamente suicida, che inventarsi gli ululati contro di lui in aula e qualche giorno dopo invocare l’istituzione di «un garante di tutte le minoranze discriminate in Italia» (in questo clima da Alabama degli anni’20 non bastano più le leggi), richiesta inoltrata da Suomahoro a Sergio Mattarella - questa la “Soumahorata” di giornata - questa trovata va quasi oltre il video di novembre in cui diceva che una parte di italiani, giornalacci di destra e altri lo volevano «morto», «mi odiate perché volevate il negro da cortile». Il tutto perché quotidiani e tivù davano conto degli affari della suocera e della moglie poi indagate a vario titolo per i mancati pagamenti ad alcuni immigrati che lavoravano nelle cooperative di famiglia, ma di mezzo c’erano e ci sono anche lavoratori italiani. Erano i giorni in cui chiedevamo come fosse possibile che lui non sapesse niente.

 

 

 

Ma rieccolo, Abou: «Negare o minimizzare le discriminazioni e il razzismo», dichiara, «rischia di mettere in pericolo l’unità nazionale del nostro Paese». Soumahoro il difensore della patria che si appella al capo dello Stato. «Tuttavia», aggiunge, «oltre a denunciare dobbiamo lottare con fermezza contro le nostalgie del periodo più buio del secolo scorso. Uniamoci, alziamoci e lottiamo insieme contro ogni forma di discriminazione e razzismo».

 

 

 

Il deputato ivoriano eletto con Verdi e Sinistra (Bonelli e Fratoianni) e passato al gruppo (fritto) Misto dopo che Bonelli e Fratoianni l’hanno scaricato per i guai di famiglia ha informato della lettera inviata a Mattarella tramite una foto pubblicata sui social dove lo si vede vergare con lo sguardo di chi in questo Paese non riesce proprio più a viverci tanta è l’intolleranza. C’è da capirlo: è l’Italia che dallo scorso settembre gli consente di guadagnare solo 10mila euro al mese, anche se invero con un reddito annuo di 9mila Soumahoro prima di entrare in parlamento era riuscito a ottenere un mutuo da quasi 300mila per una villetta a Latina. È lo stesso Paese che ha premiato sua suocera, Marie Therese Mukamitsindo, come miglior imprenditrice straniera dell’anno, riconoscimento consegnato dall’ex presidente della Camera, la dem Laura Boldrini. È l’Italia che alle coop dei familiari di Aboubakar (per mezzo di amministrazioni di centrosinistra) ha erogato milioni di fondi pubblici per le attività d’accoglienza degli extracomunitari. Vedremo quale sarà l’esito delle indagini. E vedremo la prossima “Soumahorata”. 

 

 

 

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