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Matteo Salvini, il disegno choc: "Dolce malavita": esplode un altro caso

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Al Fatto quotidiano non aspettavano altro per far partire la grande operazione "martiri della censura". La decisione della Rai, annunciata dall'ad Roberto Sergio, di non inserire nei prossimi palinsesti Insider, la seconda stagione del programma di inchieste di Roberto Saviano, ha fatto impazzire la sinistra. "Il mandante politico", come detto a chiare lettere da Peppe Provenzano, deputato dem che per queste parole pronunciate a In Onda su La7 ha "vinto" una bella querela, è ovviamente Matteo Salvini

 

 



Lo scrittore di Gomorra è attualmente a processo per diffamazione intentatogli sia dalla premier Giorgia Meloni (definita da Saviano "bastarda" a Piazzapulita) sia dallo stesso vicepremier e ministro dei Trasporti, ribattezzato dallo scrittore "ministro della malavita". Per questo, ha spiegato Sergio, ha violato il codice etico Rai. La presidente Marinella Soldi, incarnando la posizione delle opposizioni, ha auspicato "una ulteriore riflessione interna" che porti a una messa in onda di Saviano, "che è diverso da Filippo Facci". Il Pd, nel frattempo, ha deciso di portare il caso sia in Commissione antimafia sia all'Europarlamento, con una interrogazione. 


 

"La dolce malavita": guarda la vignetta del Fatto su Salvini
 

Il quotidiano diretto da Marco Travaglio, dal canto suo, conduce la guerra al governo con i mezzi di cui è a disposizione. Per esempio, una bella vignetta in prima pagina (stavolta affidata al sempre solerte Mannelli) che contribuisca ad alimentare il vittimismo della sinistra e dei suoi beniamini (qualcuno l'ha definito clima d'odio).

 

 

 

Dopo Fabio Fazio e Lucia Annunziata, che se ne sono andati prima ancora di ridiscutere le proprie posizioni con i nuovi vertici di viale Mazzini, ora tocca come detto a Saviano. E in prima sul Fatto ecco l'anticipazione sul programma che prenderà il posto di Insider "prossimamente su Rai 3". Un Salvini formato Anita Ekberg, a mollo nella Fontana di Trevi a Roma, dal titolo suggestivo "La dolce malavita". E chissà che il leader della Lega non faccia partire un'altra querela.

 

 

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