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Alessandro Sallusti contro "il modello Saviano": "Voglia di regime, accecati dall'odio"

Alessandro Sallusti
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Si chiama Articolo 21, come l’articolo della Costituzione che tutela la libertà di informazione, ed è una associazione di giornalisti e affini combattenti e reduci del comunismo che si erge a tribunale del popolo. E come tribunale ieri ha sentenziato che i membri di questo governo e i colleghi che in qualche modo lo sostengono “fascisti erano e fascisti restano”, quindi serve una mobilitazione generale per contrastare e abbattere il regime meloniano.

 

 

 

Bene, siamo pronti a combattere cari tristi, ridicoli e rancorosi colleghi e lo faremo non in quanto fascisti bensì da convinti liberali che banalmente ritengono che le vostre idee non valgono più delle nostre peraltro certificate valide dalla maggioranza degli italiani. È bizzarro che una associazione che si richiama alla libertà di espressione chiami alle armi per fare tacere qualcuno, diciamo che siamo in presenza di una gigantesca contraddizione in termini ma forse sto parlando di un concetto troppo semplice per chi è accecato dall’odio e dopo la batosta elettorale ha pure perso padrini e padroni di riferimento e in alcuni casi pure lo stipendio garantito dalla vicinanza al partito più che da evidenti capacità professionali.

 

 

 

Siamo convinti che la libertà di informazione non sia per nulla minacciata da fantomatiche leggi bavaglio che potrebbero impedire la circolazione di intercettazioni telefoniche fatte e pilotate per scopi politici. No, la libertà di informazione è minacciata da questi soviet di colleghi che sul modello Saviano pretendono di veicolare le loro idee senza alcun contraddittorio altrimenti è fascismo, di impostare i palinsesti Rai a loro piacimento altrimenti è regime, di insultare senza pagare dazio altrimenti è dittatura. Insomma, per rimanere in tema di legittima reciprocità questi “comunisti erano e comunisti rimangono”, la differenza tra noi è loro è che noi non vogliamo né censurarli, né esiliarli, né tanto meno abbatterli. Hanno tutto il diritto di esistere, certo se prendessero atto che in democrazia comanda chi vince sarebbe meglio ma che vuoi farci, il comunismo non contempla questa possibilità per cui ci rassegniamo a convivere con questo fastidioso e molesto rumore di fondo.

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