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Generale Vannacci, il vero obiettivo della sinistra: smantellare le forze armate

Tommaso Montesano
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Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, l’aveva capito subito dove parte dell’opposizione voleva “andare a parare” col pretesto del “caso Vannacci”: all’attacco delle divise. «Non sopporto tanto i pregiudizi nei confronti della sessualità delle persone quanto quelli- che stanno emergendo con violenza - contro le Forze armate», fu uno dei primi tweet del ministro sulla vicenda.

Settantadue ore dopo, l’affondo contro il generale paracadutista accusato di contenuti sessisti e razzisti è diventato l’attacco all’esercito. Un’avvisaglia c’era stata il 17 agosto col tweet di Sandro Ruotolo, già senatore del Pd, di cui è responsabile Informazione: «Siamo sicuri che ci sia solo una mela marcia?». Nelle ultime 24 ore è scesa in campo la Cgil. Prima con una nota nella quale il “sindacato rosso” denuncia il fatto che «il cambiamento verso principi democratici è purtroppo ancora lontano per alcuni alti vertici militari». Poi, ieri mattina, con un intervento di Fabrizio Spinetti, responsabile delle politiche perla sicurezza, a Radio Popolare nel quale il sindacalista ha affermato che il provvedimento con il quale lo Stato maggiore dell’esercito ha allontanato Vannacci dal comando dell’istituto geografico militare di Firenze «non risolve il problema. Occorre andare avanti con il cambiamento e il modo di pensare nei luoghi militari».

 

 

 

CASERME ANARCHICHE

La parola d’ordine è «democrazia nelle Forze armate». Il generale della Folgore, infatti, «ha dato voce a un sentire diffuso». Nelle caserme, nei reparti, nei comandi militari «gli elementi autoritari sono molto presenti». Per eliminare «questa mentalità machista e maschilista» dalle Forze armate è necessario che «si apra una vera sindacalizzazione» a tutela delle «lavoratrici e dei lavoratori» in divisa. Solo così si «Forza e onore non si manifestano mettendo alla berlina e discriminando gli altri. L’eroismo è dato dalla capacità di protezione, non dal machismo» potranno costruire i necessari «anticorpi organizzativi e culturali» rispetto a posizioni come quelle di Vannacci.

Verrebbe da dire (dal punto di vista della Cgil): non tutto il male viene per nuocere, visto che dal “caso Vannacci” il sindacato di Corso d’Italia sogna la nascita di plotoni, compagnie, battaglioni e reggimenti alle prese con scioperi, assemblee e stati di agitazione che manderebbero in soffitta gerarchie e catene di comando.

 

 

 

Usa le stesse espressioni di Spinetti, in un’intervista su Repubblica, Roberta Pinotti, ministro della Difesa (del Pd) nei governi Renzi e Gentiloni tra il 2014 e il 2018: «Forza e onore non si manifestano mai mettendo alla berlina e discriminando gli altri. L’eroismo è dato dalla capacità di protezione, anche con atti di coraggio, e non dal machismo d’antan». “Machismo”, la stessa parola utilizzata dalla Cgil.
«Vannacci è un soggetto pericoloso, va congedato e gli andrebbe persino tolta la licenza di porto d’armi», taglia corto Riccardo Magi, segretario nazionale di +Europa. Alla faccia del «regolare esame disciplinare» assicurato dal ministro Crosetto: per il deputato di origine radicale ogni militare sgradito dovrebbe essere punito seduta stante e pure con l’impossibilità di maneggiare le armi per gli anni a venire.
Il numero uno della Difesa è tornato a farsi sentire ieri pomeriggio con una lunga nota nella quale ribadisce la sua posizione: «In questa vicenda parliamo di un militare che è soggetto a regole chiare». Quindi «nessuna punizione preventiva né desiderio di giustizialismo», né tantomeno volontà di tappare la bocca all’ufficiale, che «potrà, nelle sedi opportune, esprimere le sue ragioni».

 

 

 

LA RABBIA DEL MINISTRO

Crosetto si toglie i sassolini dalle scarpe a proposito delle critiche arrivate da «chi si definisce “di destra”», ma dimostra «di non conoscere, o conoscere davvero poco, cosa vuol dire avere senso dello Stato, delle Istituzioni», che per lui «vengono prima di ogni cosa». E mentre in una nota il capo di stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, prende ancora una volta le distanze da Vannacci - «pensiero di un singolo, che non riflette i valori su cui si fonda il servizio, in patria e all’estero, del personale militare e civile delle Forze armate», Nazione Futura annuncia per i «prossimi giorni» la presentazione di una «proposta normativa a sostegno della libertà di parola e di espressione da sottoporre ai partiti di centrodestra». 

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