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Giorgia Meloni, Mannheimer: "Che premier sta diventando"

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La rivoluzione di Giorgia Meloni certificata dai numeri dei sondaggi in mano a Renato Mannheimer. L'avvento della leader di Fratelli d'Italia a Palazzo Chigi ha cambiato del tutto la faccia della politica italiana nel giro di meno di un anno, con effetti sorprendenti (e forse di lunga durata) non solo sul suo partito, ma anche sul centrodestra e più in generale su tutto l'arco parlamentare di casa nostra. 

 

 



In questo autunno, avverte Mannheimer sul Giornale, "il governo affronta scadenze impegnative, che potranno tra l’altro mettere in qualche modo in discussione il consenso che gode in questo momento da parte degli elettori. Che, a causa specialmente della percezione del carovita, vede diminuire già ora, sia pur lievemente, la sua popolarità (34,6%, fonte Euromedia)". E anche la stessa Meloni, che fin dall'inizio ha goduto di un gradimento più alto del suo stesso esecutivo, "vede erodersi un poco il suo comunque diffuso sostegno personale, attestandosi al 37,5%", Come registrato da Alessandra Ghisleri sulla Stampa, sia premier sia governo "calano di circa il 3% rispetto a quanto rilevato a luglio" ma, nota Mannheimer, "si tratta di valori sempre alti rispetto a quelli ottenuti da governi precedenti".

 

 

 


Il dato più interessante, però, non è tanto sulla fiducia che riscuote il presidente del Consiglio quanto sulla percezione del suo collocamento politico. Al momento della vittoria alle elezioni dello scorso settembre, infatti, il 62% degli italiani identificava la leader di FdI come una politica di destra, se non addirittura di estrema destra. Oggi, sottolinea Mannheimer, è cambiato tutto: come riporta una recente ricerca Radar SWG, questa percentuale è scesa al 47%, mentre è sensibilmente cresciuta quella degli elettori che considerano la premier di centro-destra, al 24%, e addirittura un 7% la definisce di centro-sinistra pesando soprattutto le prese di posizione su politiche sociali e banche. In ogni caso, un significativo e progressivo "cambio di immagine" che ridisegnerà il dialogo tra partiti.

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