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Bonelli piangeva per Soumahoro? Ecco come lo scarica: cos'è la sinistra

Alessandro Gonzato
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Da una lacrima sul viso/Ho capito molte cose/Dopo tanti e tanti mesi ora so/Cosa sono per te... Angelo Bonelli, per Aboubakar Soumahoro, era più che un leader politico. Era un padre putativo. Lo era anche Nicola Fratoianni.

Soumahoro, per Bonelli e Fratoianni, era il paladino degli ultimi, un eroe senza macchia. E prima delle lacrime di Soumahoro, versate nel mitologico video di un anno fa in cui il deputato giurava di non sapere niente dei guai delle cooperative “di famiglia”, c’erano state le lacrime di Bonelli - lacrime sul viso - e in pochi le ricordano. Rimediamo. Dieci settembre 2022, mancano due settimane al voto. Alla Camera conferenza stampa congiunta del “Verde” Angelo Bonelli e del rosso Nicola Fratoianni, a capo di Sinistra Italiana. Prende la parola Bonelli: «Ebbene, ho il piacere di annunciarvi che ha accettato di candidarsi con l’Alleanza Verdi -Sinistra Aboubakar Soumahoro». Addirittura!

 

 

SENZA FIATO

Bonelli si commuove. Poi riparte: «Aboubakar Soumahoro è laureato in sociologia. Sono anche emozionato, devo dirvi...perché... sono molto emozionato». Bonelli singhiozza. «Perché Soumahoro è una figura...», Bonelli avanza a scatti. «È una figura importante, un attivista sociale e sindacale che da vent’anni difende le persone invisibili». Bonelli supera l’impasse. Vai Bonelli, vai: «Difende i senza voce e le lavoratrici e i lavoratori della filiera agroalimentare e tanti altri dell’era dell’economia digitale. Oltre alle sue lotte sul campo, Aboubakar Soumahoro», attenzione, «è scrittore che cerca di concettualizzare le sue lotte per coniugare azione e pensiero in un’ottica della giustizia sociale e ambientale. In Italia, in Europa e a livello globale». Supercazzola quasi degna del Conte Mascetti di Amici Miei: «Mi scusi dei tre telefoni qual è come se fosse tarapia tapioco che avverto la supercazzola?».

Le lacrime di Soumahoro, più finte di una profezia del mago Mario Pacheco do Nascimento ex spalla sinistra di Wanna Marchi, avevano immediatamente spopolato sul web, tanto che le “lacrime di Soumahoro eau de toilette” - sbertucciamento via social- sono andate a ruba. Quelle di Bonelli invece non se l’era filate nessuno, che ingiustizia. Ma è come quei film che per fare breccia impiegano un po’, nel frattempo succede qualcosa e la pellicola di colpo fa il botto. E nel frattempo è successo che moglie e suocera di Soumahoro sono finite agli arresti domiciliari con l’accusa, questa la sintesi, di aver usato per se i soldi pubblici destinati all’accoglienza dei migranti tramite la coop Karibu e il Consorzio Aid.

Nel mentre Soumahoro ha reclamato il diritto all’eleganza per la consorte Liliane, accusato di razzismo chiunque riportasse le vicende giudiziarie dei familiari, ha detto che chi lo attaccava e tutt’ora gli chiede conto di tutta questa vicenda - ribadiamo, non è indagato - lo faceva e continua a farlo perché aveva e ha paura delle sue battaglie in difesa dei migranti. In quel video Soumahoro diceva che chi scriveva di lui lo voleva morto. E però capiamo anche lo sconforto di Soumahoro, idolatrato da Bonelli e poi scaricato in un amen, appena scoppiato il caos delle cooperative. Bonelli e Fratoianni quasi fingono di non averlo mai conosciuto questo Soumahoro. Giurano che non erano al corrente di nulla: Soumahoro chi? «Mi sento ferito», diceva Bonelli, «non posso credere che la moglie non parli col marito di queste cose».

 

 

CHE DELUSIONE

Soumahoro ci era rimasto malissimo perché Bonelli e Fratoianni non l’avevano difeso, e così si è autosospeso dal gruppo parlamentare Verdi-Sinistra, che non vuol dire niente ai fini dello scranno: è semplicemente passato al Gruppo misto. «Sono stupito per l’assenza di solidarietà», si era sfogato il deputato ripudiato. A Soumahoro pensa solo la moglie di Fratoianni, la deputata di Sinistra Italiana Elisabetta Piccolotti, la quale di recente su La7 ha provato a fare scudo ad Aboubakar. Ma che tempi, che nostalgia, che commozione di Bonelli per il pupillo Soumahoro, «lo scrittore che cerca di concettualizzare le sue lotte per coniugare azione e pensiero in un’ottica della giustizia sociale e ambientale». Non ho mai capito/Non sapevo che/Che tu, che tu/Tu mi amavi, ma come me/Non trovavi mai/Il coraggio di dirlo, ma poi... Quella lacrima sul viso... 

 

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