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Soumahoro, "il caso in procura": l'affondo del centrodestra

Alessandro Gonzato
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Dalla Giunta delle elezioni alla Procura il passo potrebbe essere breve. Il centrodestra è pronto a chiedere che sui rendiconti elettorali di Aboubakar Soumahoro venga aperta un’inchiesta. Al deputato eletto con Verdi e Sinistra, e passato al gruppo Misto dopo lo scoppio dell’indagine sulle cooperative che riguarda moglie e suocera, la Corte d’Appello di Bologna contesta - questa la sintesi- «scarsa trasparenza sulle fonti di finanziamento, essendosi completamente sottratto a ogni controllo sulla provenienza e sulla stessa entità dei contributi ricevuti».

IL CONFRONTO
Ieri, alle 20, la Giunta si è riunita per affrontare altre questioni. Al termine si è riunito l’ufficio di presidenza, presieduto dal dem Federico Fornaro, al quale il centrodestra ha chiesto un approfondimento, di avere a disposizione tutti gli elementi per analizzare le contestazioni. E questo, ha spiegato a Libero più di un deputato, è il passo per poter avanzare la richiesta che ha come destinatario la procura. «Se le accuse venissero confermate», ci ha riferito un onorevole, «sarebbe il primo caso di questo tipo da quando esiste la legge elettorale. Come si fa a non aprire un conto bancario per i soldi che arrivano dai finanziatori? Nominare il mandatario elettorale a elezioni finite poi è incredibile».

 

Altro deputato: «Soumahoro venga in Giunta a spiegare». Le contestazioni a Soumahoro, mosse dalla Corte d’Appello, sono numerose: «La designazione del mandatario elettorale non risulta tempestiva né rituale. Il modulo è stato depositato a gennaio 2023, privo di data, sottoscritto dal candidato con firma non autenticata. L’accettazione del mandatario designato risulta sottoscritta con firma autenticata il 26.1.2023, quindi ben oltre il termine; non risulta aperto alcun conto banca rio destinato alla raccolta fondi, avendo il candidato usato una Postepay intesta ta a Stefano Manicardi (consigliere del Pd a Modena, ndr)». 

GLI ESBORSI
E ancora, a marzo non risultava neanche «l’estratto conto, essendo stata tra smessa solo una lista -movimenti con l’indicazione di una serie di operazioni, l’ultima addirittura del 10 gennaio 2023, con un accredito di 800 euro». Quattro mesi dopo le elezioni. La Corte ha inoltre segnalato «prelievi in contanti non giustificati per 850 euro». Risulta no «operazioni estranee al finanziamento della campagna elettorale». E avanti: «Gli importi indicati nel rendiconto, pa ri a 20.991,33 euro, non trovano riscontro nei movimenti». Nella carta gli accrediti ammontano a 16.298,21 euro, le uscite sono quasi le stesse, mentre in realtà risultano movimenti «per un importo complessivo di 55.092,72 euro». I giudici hanno inflitto a Soumahoro 40mila euro di sanzione. 

 

Lui ha risposto che si difenderà su tutto. Mentre era in corso la Giunta delle elezioni, Striscia la Notizia ha mandato in onda un’intervista di Pinuccio a Gianfranco Cartisano. A capo del sindacato Uiltucs di Latina segue una quarantina di lavoratori che lamentano stipendi non pagati dalle cooperative dei familiari di Soumahoro: «Ci sono arrivate molte denunce da parte di lavoratori che avanzano fino a 20 mensilità che venivano chiamati a fare le comparse nei video di Soumahoro. Così lui alimentava il sistema della Lega Braccianti». Libero, martedì, ha intervistato un ex dipendente delle coop. Ha detto che era soprattutto la moglie di Soumahoro a mandare i bus nelle coop per caricare gli immigrati e portarli davanti alla Lega Braccianti. Dove Soumahoro faceva i video in difesa dei braccanti.

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