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Sciopero generale, il Pd insulta Salvini: "Uno squadrista"

Michele Zaccardi
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Si salda l’asse tra l’opposizione e sindacati. Ad accelerare la convergenza tra le sigle e la sinistra, dal Pd al Movimento 5 Stelle, è stata la decisione del Garante di derubricare lo sciopero indetto da Cgil e Uil per il 17 novembre da generale a «intersettoriale». E dunque soggetto a vincoli, tra cui una serie di salvaguardie a favore degli utenti. Soprattutto, a rendere chiara la saldatura tra sindacati e opposizione, è stato l’annuncio da parte di Uil e Cgil di tirare dritto, violando le disposizioni del Garante. Annuncio che ha ricevuto il plauso del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni («Fanno bene a confermare lo sciopero»). «Noi andiamo avanti. Il giudizio della commissione ci sembra un giudizio politico» ha detto il segretario Pierpaolo Bombardieri, a cui si è unito poi anche il leader Cgil Maurizio Landini, secondo cui «il Garante sta mettendo in discussione il diritto allo sciopero».

 

 


Una decisione, quella del Garante, che è stata bollata come «antidemocratica» dal Pd. Mentre il leader M5s, Giuseppe Conte, ha detto di «sottoscrivere completamente» le ragioni dei sindacati. Anche perché, ha aggiunto, «Salvini minaccia e suggerisce ai sindacati in quali giorni dovrebbero fare sciopero». L’attacco più duro viene però dal presidente dei dem a Palazzo Madama, Francesco Boccia. «Quanto sta avvenendo in queste ore conferma che questo governo non vuole governare ma dividere il Paese» ha detto il senatore, prima di spingersi a definire il leader della Lega uno «squadrista». «La destra» ha affermato Boccia, «attraverso lo squadrista Salvini, che non sa nemmeno che lo sciopero i lavoratori se lo pagano di tasca propria, attacca i sindacati e nega il sacrosanto diritto allo sciopero». Sempre il senatore dem ha poi concluso: «Siamo di fronte ad un atteggiamento inaccettabile e pericoloso dell’esecutivo Meloni che, con la manovra, le riforme annunciate, i suoi provvedimenti sull’immigrazione calpesta i diritti democratici e spacca il Paese, incapace di governarlo».

 


Prima di lui, sulla decisione del Garante era intervenuto anche il deputato del Pd, Andrea Orlando, avanzando il sospetto che la scelta fosse di matrice politica. «Per gli scioperi dei sindacati autonomi negli ultimi mesi il Garante non ha avuto obiezioni» ha detto l’ex ministro del Lavoro, «per lo sciopero di Cgil e Uil sì. Sarà interessante leggere la delibera e capire il perché». Sulle stesse posizioni anche il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, il dem Arturo Scotto, che vuole convocare il Garante in Parlamento. «Chiediamo ad horas un’audizione in commissione Lavoro della Commissione di garanzia sugli scioperi» ha detto il deputato. Questo perché «vogliamo capire quali siano stati i criteri per cui si è proceduto alla precettazione a differenza di altri scioperi indetti dai sindacati autonomi». Scotto ha poi attaccato il ministro dei Trasporti: «Salvini è un ignorante che non sa che i lavoratori ci rimettono di tasca propria quando si astengono dal lavoro». Il dem ha aggiunto che «non ci fidiamo di chi usa il proprio potere per condizionare organismi che dovrebbero essere terzi». «Vogliamo capire come è andata davvero. E vogliamo capirlo in Parlamento» ha concluso Scotto. Del resto, che ci sia un asse consolidato tra i sindacati e i dem lo conferma anche il fatto che ieri il segretario Uil ha avuto un incontro con la leader Pd, Elly Schlein, che domenica si era già espressa in modo netto sulla questione. «Il governo» aveva dichiarato, «dimostra di non aver nessun rispetto per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici oltre che delle prerogative delle forze sindacali». 

 

 

 

 

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