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Pd, i candidati della Schlein? Non solo Chiara Valerio: tam-tam nel partito

Foto: Chiara Valerio

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In vista delle elezioni europee, su cui si gioca la segreteria di Elly Schlein, al Nazareno si iniziano a passare al setaccio i profili dei candidati. Se le candidature di alcuni big non schleiniani (Stefano Bonaccini, Giorgio Gori, Dario Nardella) sono già decise, la segretaria, riporta il Fatto quotidiano in un retroscena, "ha bisogno di dare un’identità alle sue liste, nel tentativo di imprimere quell’idea di cambiamento che stenta a decollare", ergo femminismo, antifascismo, migranti: "Per ogni categoria Schlein cerca un profilo. O una figurina".

Tra queste è data per certa la candidatura di Chiara Valerio, matematica, scrittrice, curatrice di 'Più libri, più liberi'. Nel giro stretto di Elly Schlein, in quel circuito che faceva capo a Michela Murgia, la Valerio da qualche tempo si vede sempre più spesso nei salotti tv. E proprio a Piazzapulita, nella puntata di giovedì 16 novembre, parlando del femminicidio di Giulia Cecchettin ha detto "che la distinzione tra maschi e femmine" è "estremamente vecchia".  

 

 

Elly poi sta cercando di convincere - anche lui conosciuto tramite la Murgia - Roberto Saviano che però sarebbe deciso a non accettare. Mentre potrebbe riuscire nell'intento con un altro scrittore, Maurizio de Giovanni, autore di romanzi gialli, "per il quale si era anche profilato un incarico in segreteria, come responsabile Cultura". De Giovanni peraltro, ricorda il Fatto, "faceva parte del Comitato dei saggi creato da Enrico Letta per riscrivere il Manifesto dei valori dal quale si dimise tuonando, lo scorso dicembre: 'Sono un elettore di sinistra disgustato'". 

 

 

Altri nomi che circolano sono quelli di Elena Stancanelli (candidatura che guarda ai giovani e al disagio giovanile) e di Cecilia Strada, figlia di Gino, legata al mondo delle Ong. A Schlein piacerebbe molto avere Patrick Zaki ma non ha cittadinanza italiana. Infine, la segretaria dem "pensa al giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, nel nome dell’antifascismo. Non dovrebbe mancare un posto per Laura Boldrini. E neanche per Alessandro Zan" e pare non manchi nemmeno la fedelissima Marta Bonafoni.

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