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Giorgia Meloni "costretta al buio totale": un calvario lungo due giorni

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Le condizioni di salute di Giorgia Meloni sono "in miglioramento", ma da giorni la premier ha vissuto in una sorta di "prigionia". La presidente del Consiglio non è stata colpita da una semplice "forte influenza", ma ha sofferto di una "sindrome otolitica", come ha accertato l'otorino che l'ha visitata in casa per togliere ogni dubbio dopo giorni difficili. 

Subito dopo la sua partecipazione ad Atreju, la kermesse romana di Fratelli d'Italia andata in scena nel weekend del 16 e 17 dicembre, prima di Natale, Meloni era stata colpita da una influenza particolarmente aggressiva. Aveva dovuto disertare la tradizionale cerimonia di saluto di Sergio Mattarella, al Quirinale, aveva quindi presenziato alla recita di Natale alla scuola della figlia, dopo essersi sottoposta a tampone Covid risultato negativo. Poi però le condizioni non erano migliorate, obbligandola ad annullare la conferenza stampa di fine anno inizialmente fissata al 21 ottobre. 

Il rinvio di una settimana, al 28 dicembre, non è servito. Dopo aver registrato un video "informale" di auguri di Natale alla vigilia del 25 dicembre, Meloni non si è ripresa. anzi. Mercoledì sera ha dovuto disdire l'appuntamento con i giornalisti, fino all'annuncio di questa mattina: la conferenza stampa a Palazzo Chigi si farà, ma solo il 4 gennaio prossimo. 

Il disturbo, la sindrome otolitica, come spiegano i suoi collaboratori, è stato diagnosticato ieri dopo la visita a casa di un otorino che ha eseguito il trattamento che implica manovre di riposizionamento degli otoliti. Prima della visita si erano ipotizzati per Meloni sia i postumi dell'influenza sia una possibile labirintite. Il problema, il cui nome scientifico è invece "vertigine posizionale parossistica benigna", ha provocato a Meloni vertigini, nausea, costringendola a stare a letto, al buio, per quasi due giorni. Dopo le manovre effettuate dall'otorino, già questa mattina la presidente del Consiglio è riuscita ad alzarsi, anche grazie ad un collare che le sostiene il collo limitandone i movimenti, ed appare in via di miglioramento tanto da riuscire anche a parlare al telefono. Ma per sottoporsi al fuoco di fila di 40 domande (che con le repliche rischiano di diventare il doppio o quasi) non è ancora sufficiente.

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