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Pd, "chi comanda davvero": tam tam impazzito, Schlein a rischio?

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Elly Schlein? No, Giuseppe Conte. Nel Pd ci sarebbero non pochi malumori al momento, e soprattutto la sensazione che il vero leader non sia affatto la Schlein. Lo scrive Luigi Bisignani sul Tempo. Secondo lui, starebbe emergendo sempre di più la figura del presidente pentastellato: "Il funambolico ex avvocato del popolo si sta imponendo come il politico più apprezzato dopo la premier". Il suo attivismo, secondo il giornalista, sarà fondamentale nelle prossime settimane, mentre la soglia del 20% per il Pd alle Europee sembra diventare sempre più difficile da raggiungere. 

A capire tutto questo sarebbero stati diversi esponenti di spicco dei dem: "Oltre a Nicola Zingaretti, il primo a pronosticare per Conte 'un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste', Roberto Speranza e Andrea Orlando, Conte ha intrecciato amichevoli rapporti trasversali con Gianni Letta, Enrico Gasbarra, quest’ultimo un ponte sicuro tra cattolici e progressisti, e con Maria Elena Boschi, che gli organizzò, in tempi andati, una cena con Matteo Renzi, giovane sindaco di Firenze - scrive Bisignani -. Senza contare i suoi due estimatori storici, Massimo D’Alema e Goffredo Bettini". 

 

 

 

Ma non è tutto. A considerare Conte come solido punto di riferimento della sinistra sarebbero anche Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Il leader grillino, insomma, si sta giocando una partita importante. E un risultato fondamentale prima delle europee può arrivare dalle regionali del 25 febbraio prossimo in Sardegna, dove Alessandra Todde, ex sottosegretaria del Conte 2 e viceministro nel governo Draghi, è candidata per il centrosinistra. Proprio Conte l’avrebbe imposta al Pd. L'ex premier sarebbe convinto del fatto che la vittoria della Todde gli farà da volano per le Europee.

 

 

 

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