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Bologna, il modello sovietico del limite a 30 all'ora: ritardi e inquinamento, ma si fa lo stesso

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Lorenzo Mottola
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Per comprendere la situazione basta citare Legambiente, che da qualche giorno sta provando a spiegare urbi et orbi che andare a 40 all’ora o a 30 è identico: si arriva comunque a destinazione nello stesso identico momento. Strani fenomeni della fisica che si verificano solo nella città di Bologna e che ci ricordano un passato abbastanza lontano. Come tutto, anche la sinistra vive di cicli. E questo pare sia il momento del ritorno della dottrina Zhdanov. Per chi fosse a digiuno di storia sovietica, parliamo dei curiosi fatti successi dopo dalla nomina di Andrej Zhdanov, ideologo della politica culturale nominato da Stalin in persona per vigilare sulle menzogne borghesi. Menzogne che, ovviamente, si estendevano a ogni campo dello scibile umano. Per questo i compagni decisero di sradicare una parte della scienza occidentale, perché basata su presupposti errati e nemica del popolo.Certilibri di Einstein, per esempio, finirino al bando. In particolare, la sua teoria di un universo finit oin espansione fu descritta come un «tumore canceroso che corrode la teoria astronomica moderna ed è il principale nemico ideologico della scienza materialista».

Anche il Big Bang passò all’indice. Certo, negli anni ’50 anche in Occidente qualcuno contestava questa teoria. In Russia,però, venne squalificata per questioni politiche: ipotizzare una creazione, a parere dei commissari in colbacco, avrebbe potuto ricordare a qualcuno la Genesi biblica. Ela religioneèl’oppio dei popoli. Dove vogliamo arrivare con questa povera lezione di storia si spiega in fretta: per qualche strana ragione la campagna del Comune di Bologna per costringere l’intera cittadinanza a muoversi in auto entro i trenta chilometri orari è uscita dal suo alveo originario :una semplice sperimentazione, di cui sarebbe stato necessario valutare l’impatto. Ed è diventata una battaglia ideologica che – a prescindere da ciò che sarà dimostrato - coinvolge il Pd e l’intero campo politico “di sinistra”.

Una campagna che si combatte a colpi di dati scientifici farlocchi e che in effetti ha le caratteristiche perfette per essere sposata dal partito di Elly Schlein: è impopolare, rischia di danneggiare chi lavora e di essere controproducente. L’obiettivo, tanto, non è raggiungere un risultato, ma generare traffico social. Coinvolgendo anche i propri sponsor. Così nei giorni scorsi sullo stesso quotidiano, La Repubblica, abbiamo trovato a distanza di due giorni due pezzi leggermente diversi. Il primo: un’intervista all’esperto Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti della Bicocca, che sull’argomento spiegava «gli studi più accreditati ci dicono chela velocità concorre a causare incidenti anche gravi nelle città ma un amaggiore tutela delle persone e delle cose può essere raggiunta anche in altro modo». E questa è la parte positiva per il sindaco di Bologna Luca Lepore, perché «le auto, inevitabilmente, resteranno in marcia più a lungo. Quindi c’è il rischio che l’inquinamento aumenti. Poi c’è un aspetto, diciamo così, di efficienza». Detto in altri termini, «La riduzione anche della velocità media farà ritardare chi si sposta per lavoro». Pochi giorni dopo è comparso un servizio per spiegarci in maniera “scientifica” perché non esiste una ragione pratica al mondo per rifiutare i nuovi limiti. Roba da Zhdanov, appunto.

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