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Anan Yaeesh, la sinistra italiana si mobilita per un terrorista: "No all'estradizione"

Lorenzo Mottola
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Anan Yaeesh è un pizzaiolo mediorientale residente a L’Aquila dal 2017. Ma è anche un militante della resistenza palestinese con un curriculum da terrorista lungo mezzo metro. Le sue imprese principali: arrestato nel corso della seconda intifada, (...) ferito durante uno scontro a fuoco con l’esercito israeliano, fuggito in Europa sette anni fa e riarrestato lo scorso anno durante un viaggio in Giordania (o meglio rapito, secondo i suoi sostenitori) e rilasciato in circostanze poco chiare dopo sei mesi. Yaeesh, insomma, aveva tutte le carte in regola per diventare il nuovo beniamino della sinistra italiana, che già parla di “un nuovo caso Ilaria Salis”.

Nato in uno dei territori più turbolenti della Cisgiordania – quelli dove i ragazzi hanno l’abitudine di appendere nelle camerette poster dei terroristi invece di quelli dei calciatori – Anan è considerato dagli israeliani uno dei fondatori della Brigata Tulkarem, ovvero un gruppo armato di recente costituzione composto prevalentemente da giovani ed ex affiliati delle maggiori fazioni palestinesi come Hamas, il Movimento per il Jihad Islamico e Fatah. Un legame che a quanto pare non sarebbe mai stato reciso, tanto che il 29 gennaio il miliziano anti-sionista è stato fermato dalla Digos con l’accusa di aver finanziato attività terroristiche contro Israele. È stato il governo Netanyahu a chiederne l’arresto e l’estradizione. L’Italia ha scelto di dar seguito alla domanda. Ed è scoppiato il caso, la sinistra è insorta.

 

 

 

INTERGRUPPO

Per Yaeesh si è mobilitato tutto l’intergruppo parlamentare “per pace in Palestina e Israele”, che ha scritto una lettera indignatissima al ministero della Giustizia chiedendo di non collaborare con Gerusalemme. Tra i firmatari, Laura Boldrini, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e un’altra ventina di parlamentari con alla testa Stefania Ascari del Movimento Cinquestelle. Per quest’ultima, l’Italia non può dialogare con «un paese che utilizza tortura, privazione del cibo del sonno e detenzione arbitraria amministrativa senza aver commesso reati. (...) Condizioni di detenzione nelle prigioni israeliane, come descritte anche dall’ultima relazione della relatrice speciale Onu Francesca Albanese. Condizioni disumane e di tortura». L’Albanese, come qualcuno ricorderà, non può mettere piede in Israele per preciso veto delle autorità locali. Non è considerata esattamente un’osservatrice imparziale da quelle parti. L’Ascari, tuttavia, la cita come se fosse la Bibbia. Sarà una svista...

Continua la Ascari: «Yaeesh ha alle spalle un passato di resistenza politica in Cisgiordania e ha subìto sofferenze e persecuzioni». Ai confini della realtà si trova invece l’ordine del giorno proposto dalle forze di opposizione al sindaco aquilano Pierluigi Biondi per impegnarlo a «scongiurare in tutti i modi l’estradizione» del palestinese perché «significherebbe consegnarlo a morte certa, preceduta da torture e abusi». Al contrario di quanto si potrebbe desumere da alcuni passaggi (per esempio quello in cui si parla di «centinaia di miglia di minorenni»), il documento non è firmato da Totò e Peppino ma da esponenti di tutti i partiti, centristi inclusi. C’è anche l’ex presidente della provincia Stefania Pezzopane. E i toni sono esasperati all’estremo: «Se l’estradizione venisse autorizzata, di quanti altri palestinesi Israele potrebbe chiedere l’estradizione? Parliamo di un Paese che utilizza tortura, privazione del cibo e del sonno e detenzione arbitraria amministrativa senza aver commesso reati».

E poi arrivano altri esperti Onu, che «hanno verificato il trattamento disumano e degradante riservato alle donne e ragazze detenute, tra cui aggressioni sessuali e percosse, nonché la negazione di cibo, medicine e prodotti mestruali». Poi ci sono soldati che «picchiano e umiliano palestinesi, dopo averli bendati, denudati e avergli legato le mani». La fonte? «Immagini diffuse online». Molto attendibili...

 

 

 

COSA SUCCEDE ORA

Il fatto curioso è che in realtà a sinistra nessuno ha davvero idea di cosa abbia fatto Yaeesh, perché Israele deve ancora dettagliare la richiesta di estradizione. Poi si potrà valutare tutto. «Anan sarebbe accusato di aver collaborato alla creazione della brigata Tulkarem – ha spiegato il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini – Israele indica pochi fatti e nebulosi, tra cui il finanziamento del gruppo, almeno una somma funzionale ad azioni contro militari o civili israeliani». Accuse piuttosto gravi in realtà, che però secondo la sinistra vanno archiviate ancora prima di conoscere le prove. Perché Israele è comunque colpevole.

 

 

 

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