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M5s, l'ex coordinatore Castaldi contro Conte: "Il limite dei due mandati"

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"Non abbiamo persone note". È questa, secondo Gianluca Castaldi, la motivazione della debacle del Movimento 5 Stelle in Abruzzo. Il coordinatore dimissionario dei grillini, in un'intervista a Repubblica, ha di fatto smontato la logica sacra del partito di Giuseppe Conte: uno vale uno.

L'ennesimo risultato negativo in un'elezione locale ha posto il Movimento davanti alla dura realtà e Castaldi ne è consapevole. "Lei ha una persona nota all’altro capo del telefono, perché io faccio politica da anni e sono conosciuto anche a livello nazionale. Per esempio nel Movimento avevamo due consiglieri regionali uscenti portatori di voti, ma che per il limite dei due mandati non erano ricandidabili e quindi siamo entrati in difficoltà" spiega Castaldi. Ma la questione non si esaurisce alla notorietà dei candidati. A mancare a livello nazionale è una vera organizzazione territoriale che permetta lo sviluppo di nuova classe dirigente: "È anche una questione di radicamento e noi dobbiamo lavorare su questo fronte. Il partito sta creando dei gruppi territoriali che sono necessari perché la gente chiede interventi nei piccoli Comuni, di leggersi le delibere, di capire cosa accade il territorio. Finché questo non avviene saremo sempre in difficoltà".

 

 

Se alle difficoltà di costruire una rete sul territorio si uniscono i dati emersi dalle urne, ecco spiegato il motivo delle dimissioni di Castaldi. È lui stesso a metterci la faccia e ad assumersi le responsabilità: "Penso sia giusto che chi ha dei ruoli ha oneri e onori. Quando le cose vanno bene ci sta prendersi qualche merito, quando le cose vanno male è giusto metterci la faccia. Anche se, ripeto, i dati non sono poi così male in Abruzzo. E comunque a proposito di radicamento andatevi a guardare le delibere di spesa della giunta Marsilio prima del voto: di fronte a certi sistemi è difficile combattere ad armi pari. Altro che uno vale uno". Detto del risultato deludente, il coordinatore pentastellato ha comunque provato a ridimensionare la sconfitta: "La lista ha preso gli stessi voti in Abruzzo e in Sardegna: solo che lì avevamo il candidato che ha fatto da traino al Movimento. Ma a mente fredda dico: il dato di lista non è cosi diverso". 

 

 

Nessun rimpianto invece per quanto detto durante lo spoglio. Intervenuto alla Maratona Mentana quando il risultato sembrava già in cassaforte per Marsilio, il grillino aveva comunque invitato ad aspettare altri dati. Voti che, evidentemente, non sono mai arrivati: "Ci ho sperato perché i sondaggi comunque ci davano in recupero. Gli stessi sondaggi che qualche mese fa ci vedevano 20 punti dietro a Marsilio. Per questo invocavo prudenza durante lo spoglio".

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