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Silvia Sardone contro la prof universitaria: "Ti stu*** bionda putt***? Per lei me lo merito"

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Da mesi, anzi da anni, Silvia Sardone è nel mirino degli estremismi islamici: insulti, minacce di morte, frasi irriferibili. Tanto che recentemente all'eurodeputata della Lega il ministero dell'Interno ha affidato una scorta. 

A denunciare gli insulti ricevuti, spesso e volentieri, è la Sardone in prima persona. E della vicenda che la riguarda se ne è parlato all'università del Piemonte Orientale, nel corso di una discussione sulla deriva dell'opinione pubblica in Italia. E una professoressa dell'ateneo, ha affermato: "Beh, la Sardone a volte se li merita questi commenti".

Parole che sono state uno choc. A chi le faceva notare che poteva rischiare il licenziamento, la signora ha risposto: "Per fortuna non si licenziano i professori perché a lei non piacciono". La docente in questione si chiama Anna Maria Carabelli e ha aggiunto, rispondendo a chi le suggeriva di tenere private certe considerazioni: "Brava, lei rimanga nel privato. Io rimango un professore. 

 

Il tutto è stato commentato anche dalla diretta interessata, da Silvia Sardone appunto: "Per Anna Maria Carabelli, professoressa di economia politica presso l’università del Piemonte Orientale mi merito commenti del tipo: 'Ti stupro bionda pu***', 'Ti metto il velo a pugni in testa', 'Muori co*** del ca***', 'Ti spacco la faccia', 'Cristiana di mer***'. O gli ancora più recenti: 'Sarai la prima sottomessa, muori tr*** bast***' e 'Vengo con ak47, ti facciamo pam pam e vediamo se dici di no alle moschee zocc***'", ha replicato l'eurodeputata in una nota in cui ha ricordato soltanto alcuni degli insulti e delle minacce ricevute.

E ancora, aggiunge Sardone: "Evidentemente questa professoressa solidarizza con gli utenti di fede islamica che mi inondano da mesi di minacce e insulti che hanno portato ad affidarmi una scorta per la mia protezione. Forse anche a lei dispiace il fatto che oso essere libera di esprimere opinioni. Non mi sorprende che da certi ambienti non ci sia solidarietà, ma francamente sarebbe meglio il silenzio", conclude Silvia Sardone.

 

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